Virus e birretta, per favore!
Il coronavirus non svuota le strade e i locali di Palermo e Catania.
Tra un panino con le panelle da un capo dell’isola ed uno con la polpetta di cavallo all’altro, i ragazzi, tirati a lucido, si incontrano normalmente, scambiano chiacchere, approfittano delle offerte speciali, in questi tempi di crisi, scarabocchiate sulle lavagnette sbilenche all’ingresso delle birrerie e si divertono. Tuttavia, tra le misure igienico-sanitarie, elencate nel decreto ministeriale del quattro marzo 2020, per contrastare e contenere la diffusione del coronavirus, si legge: “mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro”.
Tanto alla Vucciria quanto in via Gemmellaro a Catania, i locali a schiera, illuminati dalle colorate lucine sui muri, e le strade, invase dai tavolini dei pub, sono piene di giovani sorridenti e animati nelle loro discussioni, in un ambiente disteso e ovattato dalla musica ad alto volume: il coronavirus non sembra essere il benvenuto. C’è chi regge un bicchiere di birra in mano, chi ordina al bancone e chi fuma fuori insieme a tanti altri giovani nei loro cappotti leggeri, complice il clima caldo di queste sere. Non sarebbe un problema, se non fosse per il fatto che sono tutti molto vicini l’uno all’altro, se non addirittura accalcati. Una ragazza sbraccia per raggiungere la sua amica dall’altra parte del locale, una coppia si bacia appassionatamente, mentre gli altri attorno si urtano e ballano tra di loro, venendo così meno alla distanza di sicurezza minima di un metro prevista dal decreto. Dimostrano una certa noncuranza rispetto alle nuove misure cautelari, ma sono solo dei ragazzi!
Si rendono potenziali “untori” e neanche se ne rendono conto, anche se il senso civico, in situazioni di emergenza come queste, dovrebbe emergere quasi automaticamente. Eppure, loro sembrano vivere in un altro pianeta, dove il coronavirus non esiste e si può continuare a vivere con la stessa spensieratezza di sempre, coi bicchieri alzati e le preoccupazioni altrove. Scuole e università sono state chiuse per evitare, tra i ragazzi, i contatti e una crescita esponenziale del contagio, lo stesso che poi può svilupparsi la sera in posti affollati come quelli della movida palermitana e catanese nella strafottenza generale. E allora virus e birretta, per favore!