Violazione della privacy o più sicurezza per tutti?
La ministra per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, ha lanciato una nuova iniziativa dal nome “Innova per l’Italia”. Questa sembra sia destinata ad un pubblico vasto: università, centri di ricerca, associazioni, cooperative che con le loro tecnologie dovrebbero contribuire a migliorare i dispositivi per la prevenzione, la diagnostica e l’intercettazione del virus.
In poche parole servono kit che facilitino la diagnosi del Covid-19, mascherine e strumenti per controllare i nostri spostamenti.
“In Corea del Sud questo esperimento di tracciamento è riuscito alla grande già ai tempi della SARS”- spiega Enza, informatico di professione- “Grazie ai nuovi mezzi è stato possibile seguire gli spostamenti di una persona risultata positiva al virus, riuscendo in questa maniera a raggiungere altri potenziali infetti a rischio.”
Diversi i metodi per sorvegliare la popolazione: “Il governo sudcoreano da settimane utilizza dati raccolti dai cellulari, dai sistemi GPS, dalle transazioni effettuate con carta di credito e dalle telecamere di videosorveglianza”- spiega Enza-“ Le informazioni raccolte sono rese in forma anonima su un sito web dedicato e, se serve, inviate tramite SMS a chi potrebbe avere incrociato un infetto. Ed ecco che parte la caccia all’untore: in questo modo ti suggeriscono chi evitare e che posti è meglio evitare. Con questo sistema è possibile sapere che tipo di contatto c’è stato con l’infetto/a e in che stato si trovasse al momento, se tossiva ad esempio.”
“Se io esco, se pago con la carta, se vado dal medico e quindi uso la tessera sanitaria, se uso il badge della metropolitana, tutto serve a tracciarmi”- afferma Rosario, graphic designer- “D’altronde chi esce senza portafogli al giorno d’oggi? In Italia si paga in contanti per lo più, ma in Corea del Sud quasi tutti usano la carta quindi sei facilmente tracciabile.”