Vacanze siciliane
I ragazzi del “Clandestino”
31 agosto. C’è un treno che mi porterà a Siracusa da Antonio e Laura, solo che loro non ci stanno: sono in vacanza. Antonio è costretto a tornare per darmi le chiavi della moto, una Yamaha XT600, però quando la prendiamo ci accorgiamo che i fari non ci sono. Cazzo! è venerdì, sono le 17 e quindi corriamo da un meccanico. Il giorno dopo devo andare a Modica al festival del giornalismo organizzato dai giovani giornalisti di “Il clandestino”. Alle 19 sarà pronta, ma con le sole luci di posizione…ok, sommessamente!
La casa è bella grande, ma calda: fanno sempre 40 gradi, e i padroni di casa non ci sono. L’arrivo a Modica è stato tranquillo. Tutti molto carini, un manipolo di bravissimi ragazzi che mettono insieme un festival chiamando nomi eccellenti del giornalismo della carta stampata e televisivo, e mi sembra incredibile che alcuni di loro non chiedano compenso o addirittura partecipino a spese proprie!
È bello trovarsi in situazioni del genere: conosci molte persone, tutte interessanti, e che hanno cose da dire, da insegnarti. Le interviste vanno a gonfie vele, becco tutti e lo spessore di antimafia special cresce, a mio parere. Dormiamo in un casolare stupendo, ho una stanza per me e di fianco c’è una bellissima donna. Ma devo lavorare, niente donne!! È un’altra regola del viaggio da trasgredire solo in caso di subita violenza carnale!
I “Briganti” e i “Siciliani”
Torno a Siracusa. Un giorno di riposo, ma si fa per dire: scaricare, inviare, cercare foto etc. Poi parto per Catania dove ho in programma degli incontri da fare nei centri sociali e con i collaboratori di “I Siciliani Giovani” e poi con la squadra di rugby dei briganti di Librino.
Dormo a Catania e il giorno dopo è un delirio: 4 interviste, dalle 11 del mattino finisco alle 20.30 di sera, senza sosta a correre da un posto all’altro della città.
Per fortuna c’è Maurizio Parisi che mi accompagna, altrimenti avrei fatto delle figuracce per i ritardi accumulati. Invece, fortunatamente, ho accumulato solo 40 minuti “mediterranei” accettabili di ritardo sull’ultima intervista.
Questi due giorni sono stati faticosissimi ma bellissimi, perché sono venuto a conoscenza di due storie, in particolare, che mi hanno dato un qualcosa in più, quelle di Luciano e di Fabio. Poi perché ho respirato un po’ di rugby: per mezz’ora ho allenato un gruppo di ragazzi di under 16 e under 20, impagabile! E per la prima volta ho assaggiato il panino con le polpette di carne di cavallo.