Vacanze siciliane
“Ci chiedono i documenti…”
Il giorno dopo c’è la riunione di tutti i gruppi “no Muos” siciliani: io so che ci saranno problemi a riprendere, ma vedo un’altra troupe. Ci intimano di non fare riprese; io mi allontano con la camera, faccio solo delle riprese da lontano senza che si sentano le voci ma che si veda che almeno c’è della gente che si confronta, anche se su temi che ti fanno cadere le braccia: “chi sono io chi sei tu, io sono “no Muos” e tu non hai ancora formato il comitato”. Io penso tra me e me che però chi non lo ha formato è lì, magari arrivato da Messina, magari è partito alle 7 del mattino per essere lì puntuale alla riunione a sostenerti e tu lo tratti così? Io non comprendo molto purtroppo.
Nel frattempo, come dicevo prima, faccio delle riprese “anonime” (premetto che c’erano almeno un centinaio di persone) e a un tratto uno mi guarda con faccia cattivissima e mi dice: “mi hai chiesto il permesso di riprendermi? io non voglio essere ripreso”, (io dal canto mio non avrei mai interrotto la riunione per chiedergli se potevo riprenderlo) e poi si rolla una canna.
C’è sicuramente da dire che il movimento “No Muos” è in fase ancora embrionale si stanno contando e conoscendo, però per esempio mi viene da pensare che se tu vuoi controllare un consiglio comunale per esempio per sapere che fa, che decisioni prende devi essere pronto a tua volta a farti controllare.
Spengo la macchina, smonto la tenda, sgonfio il materassino, piego la coperta le metto nella busta, consegno il tutto a Mario e Enzo che mi salutano con un affetto immenso, metto in moto la Yamaha XT 600 e torno a Siracusa.
“Ma noi non siamo liberi”
Io credo che il Muos sia una cosa indegna per un paese libero, ma noi non siamo liberi. Scontiamo ancora l’invasione delle truppe alleate, l’alleanza con Hitler, anche se i fascisti ce li hanno lasciati tutti ai loro posti. Scontiamo il fatto che alcuni territori italiani devono essere a uso e consumo degli Stati Uniti d’America. E che la Sicilia è la portaerei americana nel Mediterraneo e sul Medio Oriente.
Ecco perché non potremmo fare nulla contro il Muos, a meno che tutti i siciliani e tutti gli italiani non vadano a Niscemi a circondare la base militare U.S.A.. E questo è quello che dobbiamo fare prima possibile, prima che finiscano i lavori, prima che i droni entrino in funzione e siano guidati da mio nipote.
Oggi sono incazzato nero e magari dopodomani mi pentirò amaramente di quello che ho scritto, perché rileggendolo lo troverò distruttivo senza speranze.
Un’ultima cosa: mi hanno regalato un libro di Giuseppe Fava, scrittore e giornalista, mente raffinata, sottile e chiarificatri- ce: bene! Nella mia vita mi hanno parlato di scrittori scomodi e destabilizzanti, o di foto che ti fanno saltare dalla comoda poltrona sulla quale sei felicemente seduto. Ecco, mi sono sempre detto che erano solo cazzate perché nulla mi aveva veramente mai colpito nell’intimo, nulla mi aveva mai seriamente destabilizzato.
Questa solitudine dal resto del mondo è finita, io sono stato letteralmente trafitto dagli artigli della penna dei suoi scritti, la sua mano mi ha trafitto la pancia, scavando fra le budella mi ha preso la bocca dello stomaco con due dita e mi ha schiacciato al muro tenendomi lo stomaco, stringendomi e togliendomi il fiato, e nello stesso tempo guardandomi negli occhi mi ha sussurrato: “pezzo di merda, muovi il culo e vedi quello che devi fare!”.