domenica, Novembre 24, 2024
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Urla contro i fascisti, avvocato deferito all’ordine

Un banchetto di Forza Nuova, la Digos e un avvocato che passa in vespa.

“Il 18 giugno 1815, a Waterloo, in Belgio, Napoleone Bonaparte decide di attaccare per primo per battere le armate anglo-olandesi prima dell’arrivo di quelle prussiane. L’artiglieria francese apre il fuoco con qualche ora di ritardo sui piani, a causa del terreno ancora fangoso per la pioggia. Le cariche della cavalleria si infrangono contro la resistenza dei quadrati inglesi, nel frattempo entra in campo l’armata prussiana, mentre un terzo dell’esercito francese è isolato. Il fianco destro e le spalle dell’armata imperiale sono sommersi dall’irruzione prussiana. Dopo l’ultimo disperato attacco l’esercito francese è distrutto”. Gli inglesi intimano la resa al generale Jean Jacques Etienne di Cambronne che resosi conto della disfatta, risponde soltanto: “Merde!”

Duecentoquattro anni dopo succede a Catania che la Digos della Questura deferisce all’Ordine un avvocato colpevole di aver urlato verso un banchetto di propaganda del partito neofascista Forza Nuova.

I fatti clamorosi vengono descritti con scrupolosa cura dai funzionari della polizia, pagati da noi tutti. “Si segnala la condotta tenuta dall’Avvocato, allorquando transitando col proprio motociclo…si accorgeva che sul marciapiede opposto era stato allocato un gazebo per attività di propaganda politica del movimento “Forza Nuova”…” a quel punto il libero professionista, di fede antifascista, non si tratteneva si lasciava andare ad insulti “all’indirizzo del Responsabile Provinciale di Forza Nuova e dei militanti dello stesso movimento politico, suscitando scalpore tra i presenti”. Aveva pronunciato solo la parola di Cambronne. Gli atti inviati dalla Questura, informa l’Ordine, sono stati trasmessi al Consiglio Distrettuale di Disciplina, che ha aperto un procedimento dsciplinare.

Chiesero a Cambronne qualche anno dopo Waterloo quali parole avesse rivolto all’armata inglese. “No, non ho detto “La guardia muore, ma non si arrende” – rispose il generale – ma, intimatomi di deporre le armi, ho risposto con alcune parole meno brillanti, certo, ma di una uguale energia». Consigliamo all’Avvocato, che ha tutta la nostra stima, di rispondere in egual maniera se qualcuno vorrà davvero procedere nei suoi confronti.

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