Una lotta civile
Questo è l’ultimo editoriale del direttore sul Giornale del Sud e fu pubblicato il 12 ottobre del 1981. Fu letto, in realtà, da pochissimi catanesi perchè la proprietà provvide rapidamente a farlo sparire dalle edicole.
Ma servì lo stesso. E serve ancora
Esattamente nel gennaio 1980 un gruppo di imprenditori catanesi, che non conoscevo personalmente, ma che mi offrirono tutte le garanzie morali e professionali, mi invitò a dirigere un nuovo giornale a Catania, il Giornale del Sud che doveva rappresentare la voce di una generazione nuova e intraprendente di siciliani. Io avevo lavorato per quasi trent’anni in giornalismo, in tutti i settori, avevo scritto centinaia di articoli, inchieste, servizi. Trent’anni sono tanti, metà della vita, e io li avevo spesi appassionatamente in una professione che, prima d’essere lavoro, è arte di vivere.
In questo anno e mezzo la consistenza dell’azienda editoriale si è però modificata. L’intenzione civile e la posizione politica sono diverse, rispetto a quelle che erano al momento in cui accettai di creare questo nuovo giornale. E dunque, per rispetto verso l’azienda, verso me stesso, e soprattutto verso i siciliani, me ne vado!
Bisogna anche dire che, tenuto conto della inconciliabilità delle rispettive posizioni etiche (la concezione stessa del valore e della funzione di un giornale nella società) e politiche (l’azienda aveva da sostenere interessi politici che io respingevo) l’editore mi ha anche civilmente proposto di rassegnare le mie dimissioni, concordando una formula che fosse la più amabile possibile, come è nella tradizione borghese del giornalismo italiano. Ho rifiutato perché fosse chiaro dinnanzi a tutti che non abbandonavo il posto di lotta e che fino all’ultimo avevo tenuto fede ai miei impegni civili verso i compagni di lavoro e verso i cittadini.
Lascio un giornale perfettamente vivo e valido, creato dal niente e tuttavia in sicura espansione, con una redazione di giovani avviati alla professione. Li considero l’opera più bella della mia vita di giornalista. Auguro loro di non tradirsi mai e di poterli incontrare ancora.
Giuseppe Fava, Giornale del sud, 12 ottobre 1981
La Fondazione Fava
La fondazione nasce nel 2002 con l’intento di mantenere vivi la memoria e l’esempio di Giuseppe Fava, attraverso la raccolta e l’archiviazione di tutti i suoi scritti, la ripubblicazione dei suoi principali libri, l’educazione antimafia nelle scuole; la promozione di attività culturali che coinvolgano i giovani, sollecitandoli a raccontare.
Il sito permette la consultazione gratuita di tutti gli articoli di Giuseppe Fava sui Siciliani. Chi invece volesse consultare gli archivi fotografico e teatrale, o altri testi, o acquistare i libri della Fondazione, può scrivere a elenafava@fondazionefava.it o mariateresa.ciancio@virgilio.it
Il sito “I Siciliani di Giuseppe Fava”
Pubblica tesi su Giuseppe Fava e i Siciliani, a partire da quelle di Luca Salici e Rocco Rossitto, che ne sono i curatori. E’ articolato nelle seguenti sezioni:
Storia di un giornale antimafia/ Giuseppe Fava, giornalista e direttore/ Gli anni dell’Espresso sera/ Il Giornale del Sud/ I Siciliani perché?/ Giornalista in Sicilia, un mestiere difficile/ La mafia in Sicilia all’inizio degli anni 80/ I Siciliani 1983-1984/ I redattori/ Le inchieste del primo anno (83-84)/ Mafia politica e imprenditoria/ Sindrome Catania/ La mafia/ La giustizia/ I missili di Comiso/ Il sogno fallito dell’industria in Sicilia/ Sport, cultura, spettacolo / Cronaca di un successo/ Il 5 gennaio 1984/ I Siciliani 1984-1986/ La chiusura/ I Siciliani nuovi 1993-1996/ Un quotidiano per CataniaUna verita’ lunga vent’anni/ La stampa e il processo Fava/
“I Siciliani di Giuseppe Fava” è un archivio – anzi un deposito operativo – della prima generazione dei Siciliani. Senza retorica, senza celebrazioni, semplicemente uno strumento di lavoro. Serio, concreto e utile: nel nostro stile.