Una giornata particolare
Al GAPA siamo un po tesi, per questa giornata particolare, si perché oggi è il 5 gennaio e ricordiamo i trent’anni dall’uccisione di Pippo Fava per mano mafiosa. Lo ricordiamo con un iniziativa che viene dal basso, semplice, senza fronzoli ne ufficialità istituzionali. Lo ricordiamo con le sue parole e la musica, quella dei ragazzi dell’orchestra sinfonica infantile Falcone Borsellino.
Parole ferme, dure del nostro Direttore che si contaminano con Vivaldi, Mozart, Gardel.
E quei giovanissimi musicanti provenienti dai nostri quartieri suonano perché hanno capito l’importanza di stare insieme, di fare gruppo, di chiedersi con curiosità perché l’ingiustizia sociale e le mafie ci tolgono democrazia e libertà. Sono curiosi, hanno voluto conoscere chi era Giuseppe Fava e perché è stato ucciso, hanno voluto che gli leggessero i suoi articoli e dentro hanno sentito una sorta di ribellione civile che li ha fatto dire: “tutto questo non è giusto!” Noi vogliamo crescere utilizzando la musica e le parole per avere il nostro quartiere libero dall’oppressione mafiosa e da una politica molte volte distratta o peggio cattiva. Il pubblico, “semplice” ha ascoltato con attenzione le parole e la musica così come ha fatto il Procuratore della Repubblica di Catania Salvi, come un semplice cittadino. Hanno ascoltato le parole di quell’articolo che condannò Fava su i quattro cavalieri dell’apocalisse mafiosa, hanno ascoltato i ragazzi dell’associazione Atlas e delle Agende Rosse e hanno visto il corto metraggio di Pino Finocchiaro L’ultima violenza, la giornata ormai è finita, la nostra tensione si scioglie e da tutti e tutte, dai ragazzini ai genitori, dalle donne agli uomini di San Cristoforo viene un grande GRAZIE per aver respirato “una giornata particolare”, quella dove si conferma una volontà di portare avanti una lotta di resistenza con il GAPA e con il quartiere una lotta alla mafia attraverso le pratiche dell’antimafia sociale. Così come ci è stato insegnato da quei maestri che sono Peppino Impastato e Giuseppe Fava.