Una convivenza poco piacevole: cambiamento climatico e virus.
Il rapporto tra clima e virus
“Le epidemie fanno parte della nostra storia: nei miti, nelle favole che raccontiamo ai bambini, spesso sono presenti, l’umanità l’ha già sperimentato in passato. È come la paura dei serpenti: tutti per istinto ci allontaniamo se ne vediamo uno. Noi del virus abbiamo così tanto timore che accettiamo qualsiasi restrizione pur di restare al sicuro. Diversamente accade per il cambiamento climatico, ci sembra un problema che potremo risolvere più in là, ma prima d’ora le temperature non erano mai aumentate così tanto e con questa velocità” spiega Giorgio Vacchiano, ricercatore in Gestione Forestale all’Università di Milano che si occupa anche di divulgazione scientifica.
“Non sappiamo come sia avvenuto il salto di specie, cioè il passaggio del virus dagli animali all’uomo, ma è certo che siamo colpevoli per quel che riguarda la gestione dell’ambiente, in particolare delle foreste”- afferma Vacchiano- “ Un ruolo fondamentale nella vicenda lo ha avuto il commercio di animali vivi nei mercati cinesi, infatti alla cattiva gestione degli eco sistemi corrisponde l’eliminazione degli habitat naturali dove gli animali vivono in serenità, per tale ragione questi entrano a contatto con l’uomo nelle città. Per esempio l’ebola si è diffusa a causa della frammentazione delle foreste tropicali dell’Africa: pipistrelli, antilopi e altre specie, portatori del virus, hanno iniziato a frequentare le città così moltiplicando le occasioni di contatto con l’uomo. La frequenza di queste epidemie deve farci riflettere.”
E sugli effetti della quarantena Vacchiano dice: “Sia in Cina che nel Nord d’Italia è migliorata parzialmente la qualità dell’aria, sono diminuite le sostanze inquinanti legate alle auto, nonché gli ossidi di azoto, che possono essere pericolosi per la nostra salute. Le polveri sottili, invece, non sono diminuite. Una buona notizia riguarda i gas serra: in Cina si nota che nel primo trimestre le emissioni di CO2 sono diminuite del 20% e a livello mondiale potrebbero diminuire del 6%”- continua Vacchiano- “È la prima volta dalla Seconda guerra mondiale che le emissioni del gas serra diminuiscono. Ci sono stati lievi miglioramenti in seguito al crollo dell’Urss e dopo la crisi del 2008, ma questo è il dato più rilevante, si avvicina agli standard stabili dagli accordi di Parigi.”
“Però c’è un problema: questo risultato è stata ottenuto bloccando tutto e tutti. Bisogna trovare delle soluzioni, soprattutto per quanto riguarda la produzione dell’energia elettrica, si dovrebbe investire di più nelle fonti rinnovabili e meno nello sfruttamento di petrolio e combustibili fossili.”
“Il lavoro dei ragazzi di Friday for Future ha suscitato più sensibilità nelle persone rispetto al problema del clima. Proprio oggi è stata lanciata una campagna dal nome “Ritorno al futuro”, si tratta di una lettera contente alcune modalità da adottare per il dopo virus. È stata sottoscritta da tanti climatologi e scienziati, anche io ho firmato, credo molto in loro.”