Un sogno spezzato. Un sogno che continua
Di Giovanni Caruso
La disobbedienza è una virtù
1992, la strage di Capaci ci aveva lasciati sgomenti. Toti durante l’assemblea disse “Non possiamo restare indifferenti davanti a questa ferita che merita una cura, seguita da una risposta forte”. Abitammo la scuola “Andrea Doria” per settanta giorni: un’estate a giocare, creare, protestare, a capire il quartiere di San Cristoforo e farci capire. Noi adulti non sapevamo come chiamare questo progetto, i bambini diedero subito un titolo “Il nostro sogno”.
Eravamo nel quartiere dal 1988 per fare doposcuola e tanto altro. Avevo conosciuto ragazzi dagli occhi grandi e vispi. Chiedevano qualcosa che non sempre capivo. In particolare gli occhi di Ninuzzu, che quando mi incontrava mi chiamava u giganti e mi scalava fin sopra la testa. Quelli di Luca, che non voleva saperne di scuola e che mi confidò “l’amici di me patri mi resunu ni manu na calibro 38, e poi mi rissunu ‘tu ha diventari come to patri uomo d’onore’.” E così fu, fino a quando finì sul selciato di via delle Salette in una pozza di sangue.
Anche oggi incontro ragazzi dagli occhi grandi. Uno mi ricorda tanto Luca, e mi fa pensare che dovremmo fare di più per non fargli fare la stessa fine. In quell’estate del ‘92 incontrai Gianbattista Scidà. Sono passati trent’anni, e ancora i suoi insegnamenti sono validi . Gli abbiamo intitolato la biblioteca del GAPA e il Giardino di Scidà, bene confiscato al clan Santapaola, che abbiamo restituito alla comunità civile catanese e che oggi vive libero “alla faccia della mafia!”
In attesa ” che la primavera, che tarda ad arrivare, la resistenza e il nostro sogno continua!”
Oggi, l’associazione gapa (giovani assolutamente per agire)vive una condizione sospesa. Una condizione dovuta a una visione diversa di come vivere il quartiere di San cristoforo ancora oppresso dalla mafia e dalla mala politica. Insomma una visione diversa da quella che avevamo nel 92′.
Ma quel 1992 non si può dimenticare.
Nessuno di noi non deve dimenticare.
Nessuno di noi può pensare che quel sogno si sia spezzato, ma che invece, quel “nostro sogno” si può e si deve riprendere.