Un sindaco coraggioso
Palagonia, provincia di Catania: una pallottola contro la speranza
Nella provincia di Catania c’è una porzione di territorio che raccoglie ben quindici comuni sotto un unico vessillo, come una provincia dentro un’altra provincia. Questa grossa fetta di terra, immersa tra alberi di arance e di olive, è il Calatino. Il nome si rifà alla città di Caltagirone, città che in tempi non troppo lontani ambiva a diventare capoluogo di provincia, ma che, invece, si dovette “accontentare” di essere il capoluogo di questo comprensorio.
Palagonia, con i suoi sedicimila abitanti, è uno dei comuni calatini che più di tutti ha fatto buttare giù un po’ di inchiostro. Un territorio difficile, amministrato in passato da una classe dirigente che l’ha abbandonato a se stesso, con una gestione poco limpida e non troppo incline al “facciamo le cose per bene”. Tra i casi più recenti il coinvolgimento nel processo Iblis, che ruota attorno all’intreccio tra mafia, politica e imprenditoria in Sicilia, dell’ex sindaco di Palagonia Fausto Fagone, condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa.
La primavera di Palagonia
Prima delle ultime elezioni, quelle del 2012, il comune era stato commissariato in seguito alle dimissioni del sindaco Calanducci indagato per abuso d’ufficio e turbativa d’asta. Una situazione pesante, insomma. E quando l’aria si appesantisce, quando ti accorgi che respiri fumo, quello che occorre è un soffio di vento, come quando stai sotto il sole cocente e preghi per una misera ventata fresca.
Ed ecco che arriva la primavera di Palagonia. È, appunto, il 2012. Valerio Marletta, consigliere provinciale trentaduenne di Rifondazione Comunista, candidato a sindaco di Palagonia, viene eletto primo cittadino con un consenso che supera il 70%. Un risultato straordinario, che rispecchia la voglia di cambiare totalmente rotta del popolo palagonese.
Subito il primo attentato
Nel dicembre del 2012 viene bruciata la macchina del presidente del consiglio comunale, Salvo Grasso. Una intimidazione alle porte del nuovo anno, che lascia l’amaro in bocca. Il 2013 non sembra iniziare meglio. Prima un pignoramento di quasi due milioni e mezzo di euro per un debito contratto dal comune di Palagonia, risalante ad alcuni lavori svolti anni prima e, nel mese di febbraio, il saccheggio ai danni di Palazzo Gulizia, di proprietà del comune, con danni per 20.000 euro. Il bene comune è messo alle strette.
Amministrare è dura e gli ostacoli a volte te li ritrovi a due passi da te, magari proprio nel tuo ufficio. Poco tempo fa un proiettile carico è stato ritrovato presso l’ufficio di Marletta, precisamente sul balcone.
Sempre al centro di lotte e rivendicazioni, la presenza politica di Marletta è divenuta un punto di riferimento. Così è stato, ad esempio, nel febbraio del 2012 quando a Scordia tramontò, ancor prima di nascere, la discutibile idea di discutibile di costruire un centro commerciale (il paese calatino conta circa ventimila anime).
In un’altra occasione Marletta, non ancora sindaco di Palagonia, ci delucidò riguardo a quella matassa oscura di rifiuti e mafia che legava Scicli, Modica (in provincia di Ragusa) e la stessa Palagonia.
“Il proiettile non ci fa paura”
Tornando al proiettile, i Carabinieri stanno indagando sull’accaduto, mentre Marletta, al momento, non può fare altro che commentare così, come si legge dal comunicato stampa del Comune: “Siamo di fronte ad una vera e propria intimidazione, ma resto sereno e non voglio fare ipotesi sull’accaduto. Mi auguro solo che non si ritorni al recente passato, fatto di intimidazioni e attentati subiti da alcuni amministratori. L’accaduto non va sminuito, siamo di fronte a pratiche vili e ignobili che abbiamo sempre combattuto”.
Barcellona PG
L’antimafia parte civile al processo sul parco commerciale
Il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile dell’Associazione Antimafie “Rita Atria” nel processo sul parco commerciale, istruito a seguito dell’inchiesta scaturita da un nostro esposto che provocò nel 2012 anche l’accesso al comune di Barcellona della Commissione Prefettizia per la verifica di eventuali infiltrazioni mafiose.
Ringraziamo l’avvocato Carmelo Picciotto per la disponibilità e l’impegno e ci permettiamo di ricordare che questo nasce in seguito all’esposto delle Associazioni “Rita Atria” (e del grande lavoro di Santina Mondello in quel periodo esponente del direttivo nazionale) e “Città Aperta”. L’esposto fu concepito dopo in seguito agli articoli del giornalista Antonio Mazzeo.
Associazione antimafie “Rita Atria”