Tradizioni siciliane
La Sicilia per tradizione è governata da mafiosi o da amici di mafiosi, regolarmente eletti dal popolo siciliano. Il presidente attuale non poteva sottrarsi a tale tradizione. Come sarà il prossimo presidente? Probabilmente analogo, perché:
– i mafiosi e i loro amici sono uniti e perfettamente organizzati, hanno un Sistema;
– gli antimafiosi sono divisi e squacquarati. Una volta avevano un partito che bene o male li teneva insieme, ora che il partito se lo dovrebbero fare loro non ci riescono perché sono tutti primedonne. Ogni quattro anni si accapigliano per decidere chi è più primadonna delle altre, col popolo a gridare felice (per una breve giornata) “viva” o “abbasso”.
Il problema della Sicilia è la mafia, non ce ne sono altri. Lavoro, felicità, economia dipendono tutti da qui. Ma si preferisce far finta di essere a Stoccolma, chiacchierare di cose alte e “politiche” come se fossimo tutti gente civile.
In queste condizioni le primarie a Palermo – per esempio – sono una cosa futile (e facilmente infiltrabile, del resto). Una volta i candidati si discutevano nelle sezioni, di là nelle federazioni provinciali, poi nei congressi di partito che si tenevano regolarmente con precisi diritti e doveri. I partecipanti erano dei militanti attivi e non dei signori che passano una volta ogni quattro anni. Questo ai tempi della repubblica, un secolo fa.
A Palermo, la destra non è mai stata divisa e perdente come adesso. Se dovesse vincere, la colpa non sarebbe dei mascalzoni ma di Crocetta, Alfano, Lumia, Borsellino, Ferrandelli, Orlando, Fava e degli altri (egocentrici) amici nostri.