Telejato non ti meritiamo
Il “beauty contest” cancellerà Telejato, forse ormai neanche le speranze hanno un senso. Un territorio, il palermitano, che grazie all’opera d’informazione costante aveva avuto una sua dignità, aveva finalmente qualcosa di cui vantarsi oltre a qualcosa di cui vergognarsi
Pino Maniaci ha saputo nonostante tutto essere il vessillo nazionale di un problema che nazionalmente s’ignora: la mancanza di libertà, di pensiero. Sì, perché nessuno è libero di pensare se le verità non sono tutte raccontate. Se Pino Maniaci non avesse raccontato le malefatte dei mafiosi, quelli sarebbero soltanto imprenditori scellerati agli occhi della gente.
Eppure i politici che sanno oliare i meccanismi dei listini bloccati e la pubblica amministrazione per le nomine, pardon, per le raccomandazioni, non sono riusciti a salvare un’emittente che da solo ha formato professionisti, ha fatto conoscere una terra esclusa pure dal mappamondo per volere delle mafie.
E freghiamocene se la Bertolino a Partinico prima ed a Mazara poi non c’è stata anche e soprattutto per Pino Maniaci, e freghiamocene se le querele per il bene di tutti se l’è prese lui. Freghiamocene di tutto. Anche di un uomo che non ha più la sua vita, costretto com’è ad interpretare il ruolo di eroe, che lui umilmente dice di non essere, ma che in fondo è come del resto tutta la sua famiglia.
Credete che sia facile essere parenti senza scorta di Pino Maniaci nel territorio stesso di cui si raccontano le verità?
Eppure Telejato chiuderà. Chiude non perché non si siano trovate le scorciatoie o i cavilli, quelli si trovano e si sono trovati perfino per questioni più grosse: ricordate l‘affaire Rete 4? Per Telejato, in una piccola parte della Sicilia invece no.
Ma bisogna chiedersi chi vuole Telejato. Di sicuro non i partiti dei mafiosi, quelli sempre nominati da Maniaci; di sicuro non i partiti con i mafiosi, anche loro citati per le loro strane abitudini; ma neanche i partiti meno vicini al potere mafioso, e perciò più colpevoli.
Non uso giri di parole, il Pd si è dimenticato di Telejato, perché era bello farsi fotografare con Pino Maniaci, passare per il suo microfono, ma lo stesso poi diventava antipatico se diventavi sponsor di Lombardo, che con la mafia deve chiarire i suoi rapporti, in base a quello che ci dicono i magistrati.
Chi lo vuole Maniaci, che è sempre stato il cane da guardia della Democrazia, il cane pazzo da guardia? Nessuno a quanto pare. Senza rendersi conto che quando l’ultima parola da quella emittente verrà proferita non si spegnerà soltanto una televisione, ma una voce, un pensiero, un sogno, l’intero paese che perderà la sua dignità. Quando Telejato si spegnerà l’economia dello stato, per meglio dire degli uomini dello stato, avrà vinto contro i diritti sanciti in Costituzione, avrà vinto sulla testa delle persone che saranno meno libere e più deboli.
A Pino non servono i grazie per avere dato tanto, troppo ad un paese, una regione, un territorio che non lo merita. No Pino, noi non ti meritiamo, perché siamo pronti ad indignarci per Santoro, per carità degno di una battaglia di civiltà ma sicuramente in una situazione infinitamente più facile della tua.
E scusatemi se dico solo Pino, conosco i membri della famiglia ma per discrezione non li cito, ma specialmente sua moglie sa quanto voglio bene a quella famiglia e quanta stima ho per loro, e quanta impotenza provo in questi momenti.