Sulla carrozza del Senato salgano i bambini
Il Sindaco di Catania condannato per peculato, sospeso e poi dimesso. La Giunta comunale decaduta insieme al Sindaco. Il Commissario Straordinario raggiunto da un parere di incompatibilità e prossimo alla rimozione. La Segretaria Generale e Direttrice Generale del Comune sfiduciata, di fatto, dal Commissario e in attesa di sostituzione formale.
Il Comune di Catania è acefalo, privo di ogni vertice: politico e amministrativo. Solo il consiglio comunale resiste. Si barcamena tra le emergenze e prende atto della propria irrilevanza. Persino il Comitato per i festeggiamenti agatini ha subìto dimissioni e lotte intestine.
I Direttori delle Direzioni comunali, dall’urbanistica ai servizi sociali, dallo sport al patrimonio, si credono sindaci e prendono decisioni come se fossero stati promossi a vertici politici: il governo dei tecnici. Che tecnici però non sono, anche loro figli dello spoil system politico, rispondono agli assessori dimissionari o agli antichi notabilati cittadini: Stancanelli, Lombardo, Bianco, Firrarello.
Sulle carcasse delle istituzioni cittadine volteggiano gli avvoltoi. Gli interessi opachi di piccoli imprenditori, di grandi lestofanti, delle multinazionali della grande distribuzione, di missionari in arrivo dall’Australia e da Cerza. La mafia, nel frattempo, ringrazia.
Il 3 febbraio in occasione della festa di Sant’Agata dovrà sfilare per via Etnea la carrozza del Senato. A bordo ci sarebbero dovuti stare il Sindaco, il Segretario Generale e qualche Assessore. Ma non ci sono.
A Palazzo degli Elefanti è già in corso il vilipendio del cadavere. “In assenza delle altre cariche ci va il Presidente del Consiglio comunale, che tra l’altro c’è andato anche negli anni in cui il Sindaco c’era”. “Se ci va il Presidente del Consiglio, ci vanno anche i capigruppo!”. “No. Ci andiamo tutti, a turno. Un gruppo fino alla Collegiata, uno fino ai quattro canti, uno fino a Coin e uno fino a piazza Stesicoro!”. “No, così non si può, le foto le fanno in piazza Duomo! Quindi io voglio salire lì”. “Diciamolo al Prefetto! Ci va lei!”. “No facciamo che si sale in ordine di voti presi alle ultime elezioni”. “Ma che! Io mi devo candidare sindaco, quindi il posto tocca a me!”. “Io pure sono candidato a Sindaco”. “Io pure!”. “Io sono il presidente del comitato dei comitati e dell’assemblea delle assemblee nazionali e internazionali, il posto va a me. Che tra l’altro ci sto benissimo sulla carrozza”.
Pensate come sarebbe bello se quest’anno, in assenza di rappresentanze istituzionali, per evitare litigi e imbarazzi, sulla carrozza del Senato ci salissero soltanto delle bambine e dei bambini. Magari della scuola Musco. Oggi rappresentano loro Catania, più di chiunque altro.