Su al nord, ma non per scelta
Questa nuova riforma, dichiarata la più disastrosa, ha portato milioni di professori e alunni a manifestare insieme, come non si vedeva da anni.
Cristina non è la prima persona che conosco che viene “chiamata” per andare fuori, lasciando a casa la famiglia. A una riforma che promette di dare il tanto desiderato lavoro, si deve rispondere in modo positivo, anche ingoiando il rospo. E così si raccolgono i barrattelli lasciando i pupi a casa.
Con lei ci chiediamo se si poteva fare diversamente
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Parlano di chiamata e che si deve andare per forza perché sennò si perde l’opportunità di fare questo lavoro.
Nel mio caso sì, sono dovuta partire necessariamente e prendere servizio il primo di Settembre 2016 altrimenti avrei perso il mio tanto agognato posto a tempo indeterminato.
A te cosa è successo? È un posto a tempo indeterminato? E perché così lontano?
La Buona scuola è il piano straordinario di stabilizzazione dei precari… dice che per diventare un insegnante di ruolo devi accettare il trasferimento su scala nazionale.
Sì, quindi è anche colpa mia! Così come dicono i colleghi che non hanno accettato la proposta di assunzione o come chi non ha avuto la possibilità perché non inseriti nelle Graduatorie a esaurimento o in quelle di merito dei vincitori di concorso. È una guerra tra poveri! Lo Stato non fa altro che creare leggi ad hoc per metterci gli uni contro gli altri.
Chiamano sulla base delle competenze? E tu secondo quali competenze sei stata convocata?
Prima dell’attuale Riforma, per la mobilità, si poteva scegliere il comune di riferimento; adesso si ricopre un ambito territoriale, cioè qualcosa in meno rispetto alle province, quindi meno scuole. Inoltre le scuole pubblicheranno dei bandi triennali e il docente interessato potrà inviare il proprio curriculum elencando le proprie competenze, sarà compito del dirigente scolastico scegliere, tutto questo ha del soprannaturale! Ogni tre anni gli insegnanti cambieranno scuola… e dopo che ti sei trasferito in un paese devi cercare casa in un altro.
C’è molta confusione da parte di chi è al di fuori, secondo te questa Riforma è positiva o negativa?
In molti hanno detto che peggio di così non si poteva fare… io concordo in pieno!
Questa Riforma punta sulla meritocrazia. A scegliere i docenti da premiare saranno i dirigenti scolastici. Tutto questo ha già creato un clima di competizione? Come percepisci tutto questo?
Tu credi ancora alla meritocrazia?! Lo sai chi deciderà se sei meritevole oltre al dirigente? I colleghi! Attenzione però, lo faranno basandosi su delle linee guida dettate dal Ministero che permetteranno di calcolare il merito. Poi sempre il Dirigente sceglierà i criteri che dovranno essere presenti per essere considerati dei docenti meritevoli. La reazione da parte dei colleghi è differente c’è chi proprio non ne vuol sapere di essere valutato e c’è chi vuole essere il primo della classe… il merito si traduce in un bonus premiale! Più sei bravo, più guadagni!
Molti insegnanti si lamentano di come la figura del docente, con questa Riforma, sia stata maltrattata e umiliata. In tal senso qual è il tuo parere?
Sono d’accordo, soprattutto per chi come me è entrato di ruolo come insegnante del potenziamento; insegnante che non ha delle classi ma deve potenziare quelle che sono le esigenze della scuola e presentare dei progetti… questo si traduce in ore e ore di supplenze in classi che non sono le tue.
Sappiamo tutti che i docenti in Italia sono i meno pagati d’Europa. L’essere spostati in una città dal tenore di vita più alto, quanto influisce sulle spese familiari?
Gli insegnanti del Sud sono quelli più svantaggiati, tra affitti, utenze e trasferte non resta in tasca nulla; soprattutto per chi come me possiede una casa e una famiglia a 1200 Km da quella in cui lavoro.
Mi è capitato di ascoltare una persona dire di questa Riforma: “Mia figlia mai e poi mai si trasferirebbe, e come farebbe… i figli, il marito?” Tu, cosa ti sentiresti di rispondere a questa persona?
Come diciamo al Sud, la signora avrà la “pancia piena”. Ti sentiresti di rinunciare a un lavoro per il quale hai tanto speso in termini di tempo, di fatica, di soldi, ma anche di amore, di dedizione e di voglia di riuscire? Io no!
Quanto influisce l’amore per questo lavoro sulla decisione di lasciare la famiglia?
In questo momento ho messo in primo piano la famiglia, ho preso un periodo di aspettativa non pagata; quindi ho rinunciato al mio stipendio affinché mio figlio che frequenta l’ultimo anno delle scuole elementari possa terminare qui il suo ciclo di studi. Inoltre ho un altro figlio che quest’anno inizia l’università a Catania, lui che fa perde lo status di figlio solo perché è maggiorenne? Ho pure un marito fantastico che mi seguirebbe in capo al mondo… e mi seguirà!
Il prossimo anno si parte tutti (spero!) e cominceremo la nostra nuova vita con tutto ciò che questo comporterà. Quest’anno speravo di ottenere l’assegnazione provvisoria nella mia città ma non è accaduto; forse sono una delle poche che non l’ha avuta… perché i pettegolezzi di categoria dicono che, tutti i docenti entrati di ruolo in fase C (io sono una di loro!) sono rientrati nelle proprie città… ahimè! Io non sono una delle fortunate!
Speravo di ottenere questo tempo in più per organizzarmi poiché ho saputo la mia destinazione definitiva solo tre giorni prima di prendere servizio… ma bastano tre giorni per cambiare vita!?! Mi dici dove abita la Buona Scuola in tutto questo? La Buona Scuola la possiamo fare solo noi, noi che amiamo e abbiamo scelto questo lavoro e questa vita. La Buona Scuola non può farla una legge scritta da persone che non hanno mai messo piede in una scuola, che posso dire… spero in tempi migliori e per quello che posso fare m’impegnerò nel mio piccolo per far diventare questa scuola veramente “buona”.