Stragi di stato nel segno del Gattopardo
Parla l’avvocato dei fratelli Graviano
Nei processi per le stragi del ’93 lei ha difeso i fratelli Graviano, ritiene che a commettere quelle stragi sia stata la mafia ed “altro”, o solo “altro”?
Io penso che sia stato soprattutto “altro”, poi che vi possano essere stati a livello di esecutori anche alcuni soggetti collegati alla mafia è plausibile, ma io credo che l’idea di un interesse da parte di Graviano e Riina a fare queste stragi nel Continente sia una ipotesi assurda.
Negli ultimi anni sono emerse importanti verità in merito alle indagini sulle stragi del ’92 grazie al nuovo collaboratore Gaspare Spatuzza. Qual è la sua opinione a riguardo?
Quando c’è una situazione di crisi nazionale si verifica sempre un evento legato alla mafia. Nel ‘92-’93 c’era tangentopoli, c’era il passaggio fra prima e seconda Repubblica, ed ecco che si verificano quelle stragi di mafia. Poi si passa al governo Berlusconi che però dopo un po’ entra in crisi. Ecco allora che viene arrestato un capomafia (Leoluca Bagarella, ndr) e poi alcuni suoi sodali. Ultimamente ci troviamo nella crisi più totale ed ecco che si verificano altri arresti come quello del capo dei Casalesi.
Seguendo questo ragionamento io credo che, purtroppo, la verità sarà molto difficile da dimostrare perché questi dinamismi sono in gran parte dei “diversivi” dei poteri forti.
Ma quali sono questi poteri forti?
Come ho detto nella mia arringa di 12 ore i poteri forti sono la massoneria, i servizi segreti, le forze deviate e politiche. Io sostengo che le stragi hanno come fondamento il discorso del Gattopardo: cambiare tutto per non cambiare nulla.
Tra questi poteri forti c’è anche il Vaticano?
Secondo me si. Guarda caso l’attentato alla struttura di San Giovanni in Laterano si verifica nella parte dove era ubicato lo Ior. Così come l’attentato al Velabro era un noto luogo dove si riuniva la congrega di San Giustiniano formata tra l’altro da ufficiali in congedo. Un esempio tipico di commistione di poteri forti lo si può riscontrare nell’attentato a Milano. Secondo l’accusa si doveva colpire il patrimonio artistico, ebbene nella capitale lombarda viene colpito il Pac (Padiglione Arte Contemporanea, ndr). Ma a Milano c’erano ben altri simboli come il Duomo o il teatro alla Scala… Bene, a due isolati dal Pac c’era la sede della nuova massoneria.
Cosa pensa delle dichiarazioni di Spatuzza relative alla presenza di un esponente dei Servizi al momento della preparazione dell’autobomba per via D’Amelio?
Credo che su questo punto non abbia torto. Per non parlare poi del mistero della sparizione dell’agenda rossa di Paolo Borsellino. Così come della “stranezza” dell’attentato a Maurizio Costanzo: quattro picciotti siciliani che vengono a Roma e guarda caso rubano una macchina che doveva servire per l’attentato che risulta essere riconducibile ai Servizi.
Lei comunque non esclude la “manovalanza” dei mafiosi nell’attuazione delle stragi.
Non mi sento di escluderlo.
Una “manovalanza” posta in essere in maniera consapevole o inconsapevole?
Ma probabilmente quei mafiosi sono stati “contattati” da questi poteri forti. Ed è un dato di fatto che questi picciotti hanno già pagato con pesanti condanne.
Tra i mafiosi che hanno messo le bombe nel Continente c’era anche Matteo Messina Denaro, l’attuale capo di Cosa Nostra.
Si c’era anche lui, nessuno sa dove si trovi, ma nel momento che sarà funzionale al “sistema” verrà arrestato anche lui.
Si può dire quindi che la mafia è stata “usata” nelle stragi?
Può essere che sia stata “usata” e comunque io escludo che i vertici della mafia come Riina e Graviano avessero interesse a compiere questi attentati.
Lei comunque non esclude che questi boss avessero contatti con i poteri forti.
Penso che la mafia abbia sempre avuto contatti con personalità di potere. La storia dei “rapporti” di uomini come Dell’Utri è alquanto significativa.
Perché nel ‘99 nel processo per le stragi lei chiese di ascoltare Berlusconi e Dell’Utri? Di fatto dieci anni più tardi Spatuzza ha dichiarato: “Ho incontrato Giuseppe Graviano al Bar Doney e mi ha parlato di Berlusconi e Dell’Utri”.
La mia tesi si basava sulla convinzione che in quel processo erano implicati tutti i poteri forti.
Del resto chiesi non solo di sentire Berlusconi e Dell’Utri, ma anche Oscar Luigi Scalfaro. Ho sempre ritenuto che le bombe del ’93 fossero un avvertimento a lui o a poteri a lui collegati, in tal senso avevo chiesto di sentire ugualmente Carlo Azeglio Ciampi. E comunque non mi è stato possibile interrogare nessuno di costoro. Allo stesso modo è stata rigettata la mia richiesta di sentire Giorgio Napolitano e i vertici dei Servizi di allora.
Non è vero quindi che i Servizi servono il Governo, servono bensì i poteri.
Certo, servono i poteri e questo è storicamente dimostrato a cominciare dalla strage di Piazza Fontana.
Cosa le ha riferito Giuseppe Graviano in merito alle stragi del ‘93?
Graviano ha sempre sostenuto la sua estraneità nelle stragi. Un giorno mi disse: “Guardi avvocato io nella mia vita di errori ne posso anche aver fatti, ma con le stragi del nord non c’entro nulla”.
Ma a parte questa risposta secondo lei Graviano sa bene come si sono svolti gli avvenimenti legati alle stragi?
Secondo me si.
E allora perché non lo dice?
Perché non ha scelta.
Ma potrebbe dare delle indicazioni importanti.
Sicuramente, ma potrebbe temere ripercussioni sulla sua famiglia.
Ripercussioni da parte di chi?
Da parte di questi poteri forti di cui stiamo parlando.
Lei ritiene che le stragi del ’93 abbiano un collegamento con le stragi del ’92?
Secondo me si. Per le stragi di Falcone e Borsellino ci sarà stata pure la mafia, ma sono concorsi anche altri elementi. Ora per la strage di Borsellino stanno emergendo i coinvolgimenti dei Servizi. E’ bene ricordarsi che in quel periodo Falcone si stava occupando di indagini relative a capitali provenienti dall’Est Europa e destinati all’Italia, quindi lo scenario che emerge è molto più ampio. Se dovesse morire Giulio Andreotti e fosse aperto il suo archivio penso che emergerebbero tanti di quei segreti che nemmeno possiamo immaginarci.
Quindi anche le stragi di Capaci e Via D’Amelio sono eccidi organizzati dell’esterno di Cosa Nostra?
Secondo me si.
L’obiettivo delle bombe del ‘93 riguardava prettamente la discesa di Berlusconi o altro?
Una ipotesi poteva essere quella relativa alla discesa di Berlusconi. Il muro di Berlino cade nel 1989, dopodiché cadono le ideologie e si giunge fino all’attuale crisi politica gestita dalle banche e dalle multinazionali. E’ evidente che all’epoca ci fossero dei poteri che avessero interesse a far cambiare un certo tipo di Governo immettendo un soggetto come Berlusconi.
Secondo lei quanto è influenzato questo Governo dai poteri forti?
Basta guardare gli uomini che lo compongono: Monti, Passera ecc. Sono tutti uomini che non lavoreranno certamente a favore della povera gente.
Ma lei crede che questo Governo sia stato scelto per evitare nuove bombe?
E’ probabile.
E quindi significa che Berlusconi ha dovuto cedere.
Si. Berlusconi ha ceduto anche per un altro motivo. Si è reso conto, a livello internazionale, che lo stavano colpendo seriamente nelle sue imprese.
Ma oggi c’è ancora il pericolo di nuove stragi?
Se dovessero accadere gli autori sarebbero esclusivamente i Servizi. Ripeto, secondo me dalla caduta del muro di Berlino non ci sono più ideologie. Per tante stragi si sono serviti sia dalla destra che dalla sinistra.
Le stragi fasciste e le stragi comuniste sono quindi servite ai poteri.
Esattamente. Recentemente ho scritto un libro di memorie, in un capitolo sostanzialmente dico che rossi e neri si sono ammazzati fra di loro per far governare i bianchi, cioè i poteri.
In queste storie di stragi che ruolo gioca l’America?
L’America c’è sempre stata. Noi siamo un Paese a sovranità limitata. Dopo i conflitti mondiali noi siamo alla mercé degli americani, basti pensare alla tragedia del Cermis. Per quanto riguarda le stragi, il ruolo Servizi era assolutamente collegato non tanto alla Cia quanto invece al Mossad.
Che scenari ipotizza per il futuro?
A livello politico vedo un gran magma. Non vedo quale differenza ci sia tra il Pd e il Pdl. Sostanzialmente sono la stessa cosa, è una lotta di poltrone e basta. Questi grandi poteri hanno distrutto la gioventù dando loro falsi miti: la droga, il successo, il denaro e il sesso. Non c’è più un valore in Italia. Il pericolo per il potere è sempre stata la gioventù. E l’hanno fermata.