venerdì, Novembre 22, 2024
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L’ALTRA FACCIA DEL “COPPOLONE”

E’ stata la “prima pagina” più efficace fra i quotidiani in edicola. Si tratta della copertina del quotidiano “Il Tempo”, diret­to da Gian Marco Chiocci dedicata all’operazione “Mondo di Mezzo”. Eppure nell’ordinanza che racconta il “Coppolo­ne” – come l’ha chiamato il giornale – fra le storie delle 37 persone arrestate nell’inchiesta su mafia e appalti, coordina­ta dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, c’è spazio anche per un incontro che si sarebbe verificato fra il boss che go­vernava questa “Mafia Capitale” Massimo Carminati e il direttore del “Tempo”. A so­stenerlo, nella loro informativa (confluita, solo in sintesi, nell’ordinanza dei magi­strati della Dda) il Ros dei carabinieri.

L’incontro sarebbe legato ad uno degli aspetti che più ha fatto notizia: il business delle coo­perative del sociale che facevano capo a Salvatore Buzzi, numero uno della coop. “29 giugno” e braccio operativo dell’orga­nizzazione.

I fatti. A seguito di alcune intercettazioni sulle utenze di due indagati nell’inchiesta, il Ros mette sotto la lente d’ingrandimento un articolo de “Il Tempo” pubblicato il 12 marzo del 2014. Il giornale romano si oc­cupa in quei mesi di immi­grazione ed emergenza sicurezza nella Capitale.

E titola:“Centro rifugiati bloccato dai francesi. Palla al Tar”.

Secondo l’infor­mativa dei Ros l’articolo era “volto a pro­muovere da parte del Buz­zi e del Carmina­ti una campagna mediati­ca favorevole al primo (ovvero, al Consor­zio Eriches 29, che si era aggiudicata la gara d’appalto eu­ropea bandita dalla Pre­fettura di Roma, nonostante l’esiguità del prezzo; ragione per la quale, in seguito al ricorso proposto dalla francese GEPSA il TAR aveva so­speso l’assegnazione) e vol­ta ad ingenera­re dubbi sull’imparzialità dell’autorità giu­diziaria amministrativa […]”.

Il giorno dopo, sempre secondo l’infor­mativa Ros, Carminati si sarebbe “addirit­tura mosso di persona” e incontrato diret­tamente con il direttore del “Il Tem­po”.

A provare questa regia dietro una del­le cronache finite nell’indagine dei carabi­nieri, una serie di sms inviati da Buzzi e che fanno riferimento a questo articolo e al ruolo di Gianni Alemanno.

In uno si legge: “il grazie ad Alemanno perché abbiamo chiesto a lui di farci uscire sul Tempo in chiave nazionale antifrance­se” e nella stes­sa giornata, un altro ringra­ziamento “buongiorno Gianni e uscito un ottimo ar­ticolo su il Tempo ringrazia per noi il Di­rettore e ancora grazie per la tua disponibi­lità. Un abbraccio S. Buzzi”, sms al quale l’ex primo cittadino rispondeva:”un ab­braccio. Gianni”.

L’ex primo cittadino di Roma, lo ricordiamo, ri­sulta fra i cento in­dagati dell’inchiesta sul­la “Mafia Capita­le”

“La zona grigia”. La vicenda – spiegano nell’ordinanza – è “sommariamente richia­mata” dall’informativa del Ros “al solo fine di rendere evidente come l’associazio­ne operi nella “zona grigia”, tra lecito ed illecito, così cercando e riuscendo a rag­giungere i propri scopi, considerando che, senza dubbio, l’attività delle cooperative riconducibili al Buzzi, portava “alle casse” dell’associazione enormi somme di dena­ro, tenuto conto delle gare che riesce, ben operando in detta “zona grigia” ad aggiu­dicarsi”.

Si tratta, chiaramente, di una vi­cenda – come spiegano nell’ordinanza – che non ha rilevanza penale. Ma spiega come al “Coppolone”, non sfuggisse quasi nulla. Neppure il ruolo strategico dell’informa­zione per la gestione e il raf­forzamento de­gli affari nella Capitale.

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