Solidarietà agli studenti di Palermo accusati per le mobilitazioni studentesche del 2010
La repressione del movimento palermitano colpisce tutt*, i nostri sogni e il bisogno di rivoluzione
Qualche magistrato di Palermo vorrebbe dimostrare che il movimento studentesco del 2010 contro la riforma dell’Università, la militanza di tante studentesse e studenti, l’ambizione di trasformare una mobilitazione nata nei luoghi di studio in una lotta di una generazione per l’accesso ai saperi, al lavoro, al reddito, per la giustizia sociale, contro i nuovi fascismi, in realtà altro non era che una “associazione a delinquere”. Le occupazioni, i cortei spontanei, i presidi, le assemblee erano crimini, le compagne e i compagni che vi partecipavano criminali. Un teorema vergognoso, assurdo e paradossale, figlio di una logica eversiva, da regime autoritario. Un teorema che sancisce che la difesa di principi fondamentali, riconosciuti dalla Costituzione da cui costoro traggono legittimazione, sia un atto criminale. Criminale è invece, vogliamo ribadirlo, quella riforma dell’Università contro la quale ci siamo battuti in tutto il paese, come criminale è la “buona scuola” del governo Renzi e criminale è la repressione di quel movimento, del nostro movimento.
Le ordinanze eseguite dalla Procura di Palermo non sono altro che un atto repressivo. Un atto volto unicamente a fermare la militanza politica anticapitalista e a intimidire tutte e tutti coloro che non sopportano lo stato di cose presente e che credono che militanza e partecipazione possano davvero cambiare le cose. Se partecipare a un movimento che a viso aperto reclama diritti e giustizia sociale significasse davvero far parte di un’associazione a delinquere, allora il reato sarebbe quello di voler cambiare il mondo e allora saremmo tutti delinquenti.
Quelle misure cautelari eseguite contro 17 compagne e compagni dei centri sociali Anomalia ed ExKarcere ci colpiscono tutte e tutti. Colpiscono chi in quei mesi straordinari intorno al 2010 ha occupato il Rettorato di Catania, chi ha dormito per tante notti nell’Aula E del Dipartimento di Fisica, chi ha popolato cortei spontanei di migliaia di studentesse e studenti, chi ha occupato il Provveditorato agli Studi contro i licenziamenti della Legge Gelmini. E anche se non sono i nostri i nomi che hanno l’obbligo di firma, è come se lo fossero.
Lottare contro i tagli, contro i licenziamenti, per l’istruzione pubblica, per il reddito, per i beni comuni, per la giustizia sociale sarà un reato per la Procura ma non lo è per noi. *Siamo solidali e complici con le compagne e i compagni dei centri sociali Anomalia ed ExKarcere*. Loro non si lasceranno intimidire, noi siamo con loro.
Catania Bene Comune, Giovani Comuniste/i, Rifondazione Comunista, Red Militant, Unione degli Studenti, Comitato Popolare Experia, Arci comitato territoriale Catania, Gapa, I Siciliani giovani, Cobas Scuola, Sinistra Lavoro, Collettivo Aleph