giovedì, Novembre 28, 2024

Società

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Sanità abruzzese, uscita dal commissariamento

Scusate ma non si riesce a festeggiare…

Si dovrebbe festeggiare dopo aver visto chiudere sempre più ospedali, guardie mediche e postazioni del 118? Dovrebbero festeggiare le vittime di “incidenti nella sanità”, dovuti anche a sempre meno fondi a disposizione? Dovrebbero festeggiare i disabili che vedono i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) sempre più lontani? Dovrebbero festeggiare i familiari dei malati gravi in ADI (Assistenza Domiciliare Integrata), che per ogni farmaco sono costretti a sobbarcarsi ore e ore di viaggi?

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Luogo della memoria dimenticato

Bagheria è una città piena di arte e di cultura ma tristemente famosa per la sua forte componente mafiosa che ha impoverito e distrutto il tessuto sociale. Nella zona periferica a nord della città, vicino lo svincolo autostradale, sorgono gli ex magazzini dell’industria del ferro (ICRE) appartenenti ad uno dei capo mafia bagheresi N.G. che durante gli anni di piena attività di cosa nostra servivano da quartier generale e purtroppo, dalle confessioni del pentito Giuffrè, un campo di sterminio della mafia, in cui venivano condannati e giustiziati coloro che dissentivano o non pagavano il pizzo.

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Catania, l’Oasi che non c’è

O meglio: “perle ai porci”.

La passeggiata a mare costeggia il boschetto, nessun lido, nessuna costruzione in cemento visibile agli occhi. Un mare libero, con tanto di verde dietro, l’Etna sullo sfondo… Un vero paradiso. E invece nel bosco, tra i canneti, in spiaggia, nel fiume, tracce di un ignobile passaggio umano e all’orizzonte, ben visibili, gli orribili scheletri delle loro tane. Siamo all’Oasi del Simeto.

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La signorina Anna

“A me non piaceva farmi comandare e arristai signurina”

Nel quartiere della Consolazione, a Catania, abita una vecchina di novantuno anni. Signorina, mai sposata, evangelista. Cammina col bastone, un po’ curva. Sta vicino alla casa occupata di via Calatabiano e qualche volta si vede mentre parla con gli occupanti del palazzo. L’altra volta discuteva con un ragazzo affacciato alla finestra che dà sul marciapiede, a livello della strada. Lei con una mano si teneva al muro e parlava.

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Catania, mafia e politica: chi le combatte e chi no

Chiediamo di assumere una precisa posizione in questo momento drammatico per la storia della città. Noi siamo sempre qui, impegnati come sempre e come sempre pronti ad ascoltare le voci di chiunque intenda schierarsi apertamente a difesa non delle nostre organizzazioni ma dell’avvenire della città, e soprattutto dei quartieri del centro storico e delle periferie, oppressi dalla malapolitica e dal potere mafioso.

segue comunicato CittàInsieme

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Gli ipocriti e il sultano

Dino Frisullo l’aveva detto: “E’ una feroce dittatura”. Ma l’Italia preferì fare affari coi turchi

Fa sorridere lo stupore per quanto sta accadendo in Turchia. Erano il 1998 e il 1999 quando Dino Frisullo pubblicò L’Utopia incarcerata, Diyarbakir, Kurdistan: le “loro” prigioni e Se questa è Europa. Viaggio nell’inferno carcerario turco. In entrambi Dino racconta i quaranta giorni nelle carceri turche dopo l’arresto durante le celebrazioni del Newroz (il capodanno kurdo) 1998.

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