giovedì, Novembre 28, 2024

Società

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Pino Maniaci va di nuovo via

Aspettiamo di conoscere le motivazioni, ma intanto la giustizia, se così la si può chiamare, va avanti con questa assurda trovata, il cui obiettivo, nemmeno tanto nascosto, è quello di arrivare al più presto alla chiusura dell’emittente… A questo punto c’è solo da decidere se chiudere e arrivare a un definitivo “abbiamo trasmesso” o se continuare una battaglia per la verità e contro la mafia che, a quanto pare, non è compito dei giornalisti portare avanti.

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Mafie nel Vastese

L’isola felice che esiste solo nelle menti complici

Un mese fa abbiamo sentito e letto di tutto. Abbiamo visto chi non ha mancato l’occasione per la sua campagna elettorale perenne. E anche chi, improvvisamente, si è svegliato dal “Paese delle meraviglie” ed è uscito dal bosco di Biancaneve. “No, ma veramente, la mafia qui, nel nostro territorio?! Ma come è possibile? Non me l’aspettavo!”.

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L’antimafia vera e quella fasulla

Tragediatori, opportunisti, professionisti, volontari, attivisti e altro

L’antimafia non ha stagioni, non ha autunno: essa vive lì dove la gente non riesce a soddisfare i suoi elementari bisogni, dove c’è fame di lavoro, di giustizia, di legalità, di nonviolenza, d’informazione corretta, di educazione e di formazione. È l’antimafia sociale. Ma queste cose chi ha militato a sinistra dovrebbe saperle. Purtroppo, proprio a sinistra esiste l’inveterata abitudine a dividersi, a credere che ognuno sia depositario della verità assoluta.

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“Ci scusiamo per il disagio. Che comunque resta solo vostro”

A Catania di autobus ne passeranno sempre meno

“Signora, l’Amt sta fallendo, manco gli autobus ci saranno più tra poco! Vede che l’hanno scritto pure nell’insegna?”. E in effetti si avvisano i signori passeggeri che “il servizio invernale sarà ridotto notevolmente a causa della diminuzione di autobus. Ci scusiamo per il disagio”. Scriverci che si sono mangiati anche i soldi per pagare gli stipendi e per il carburante pareva brutto.

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Fiat, il tribunale ordina il reintegro dei cinque operai licenziati

Dovranno tornare a lavoro Marco Cusano, Roberto Fabbricatore, Massimo Napolitano, Mimmo Mignano e Antonio Montella.

Così ha deciso il tribunale civile di Napoli, ordinando il reintegro dei cinque cassintegrati licenziati illegittimamente due anni fa dalla Fiat, dopo aver inscenato una protesta all’esterno della fabbrica. Il 5 giugno del 2104, i cinque avevano esposto un pupazzo impiccato dell’amministratore delegato Sergio Marchionne, in protesta dopo i suicidi degli operai Pino De Crescenzo e Maria Baratto, due degli “esiliati” del cosiddetto reparto confino della Fiat, a Nola.   

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Sic transit gloria cunti (sul piano di rientro e dintorni)

Quanti debiti abbiamo? Come vengono spesi i nostri soldi? Siamo sull’orlo del dissesto? Come andrà a finire l’anno prossimo? Il dissesto finanziario, data la situazione, sarebbe una scelta positiva oppure negativa? E’ ai catanesi che rivolgiamo il nostro Appello a partecipare alle sedute del Consiglio Comunale di mercoledì 28, giovedì 29 e venerdì 30 settembre: non soltanto votare ogni 5 anni, ma anche seguire, attivamente, le discussioni e le decisioni assunte da chi ci rappresenta.

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Tre giorni di dignità

VENITE IN PIAZZA CON NOI, il 28, 29 e 30, alle sei della sera a piazza Duomo.
Associazioni, studenti, lavoratori, disoccupati, precari, padri e madri di famiglia, cittadini.
Insieme potremo salvarci, se non avremo paura. Insieme coi “Siciliani”, una volta ancora, per denunciare i potenti, per dare orgoglio alla città.

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Ma l’elettrodotto Sorgente-Rizziconi fa risparmiare o no?

Sono passati tre mesi dall’inaugurazione renziana dell’elettrodotto tra Sicilia a Calabria, ma i prezzi del MWh dell’isola continuano a rimanere molto più alti rispetto a quelli nazionali. Il 28 maggio scorso Renzi avviò a Favazzina, in Calabria, il contestatissimo elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi. Un’opera da settecento milioni di euro, che avrebbe dovuto far recuperare quanto speso molto velocemente.

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