mercoledì, Novembre 27, 2024

Società

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Paola è morta di fatica nei campi

L’esodo in corso nutre un serbatoio di forza lavoro a basso costo che va a riempire i cantieri e i campi di tutta Italia. Dietro al caporalato esistono dinamiche difficili da sradicare. È un sistema che risulta conveniente ai più. Tramite i “caporali”, che nella loro organizzazione sono suddivisi in una gerarchia ben precisa (dai “capineri”, ai “caporali mafiosi”, ai “capi amministratori delegati”, ai “venditori”, agli “aguzzini” e tanti altri: la rosa di ruoli e compiti evidenziata dagli studi è ampia), viene arruolata e organizzata la manodopera per conto di imprenditori e proprietari di aziende agricole.

 

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Educazione alla pace o preparazione alla guerra?

Tributi, ringraziamenti, elogi. Mai una parola sul ruolo assunto dalla più grande base statunitense nel Mediterraneo o sugli interventi dei suoi reparti nei teatri bellici di mezzo mondo (dalla Libia all’Africa subsahariana, dal Corno d’Africa al Medio oriente, dai Balcani al Caucaso). Né tantomeno su quanto avverrà a breve termine a Sigonella: la base, in particolare, è destinata ad interpretare le funzioni di vera e propria capitale mondiale dei droni, i velivoli di distruzione di massa interamente automatizzati.

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La Sicilia che ribalta il G7

A Catania il 26-27 maggio il ControVertice dei popoli, in concomitanza con il G7 a Taormina: interverranno donne e uomini di varie parti d’Italia e non solo, che ribalteranno gli stessi argomenti del G7 partendo da altri punti di vista, narrazioni, esperienze. Parteciperanno anche le Carovane Migranti con il padre francescano messicano Fray Thomàs Gonzales Castillo, la Guatemalteca Maria Toma Li’ Xi’I e le Madres Mesoamericanas buscando desaparecidos. Il 28 maggio la conclusione dei lavori si terrà al GAPA, in via Cordai 47, con l’elaborazione di un documento finale e un momento di allegra convivialità.

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Rimozioni di Peppino

Peppino continua a creare problemi ad alcune persone e a causare gesti di rigetto indegni di una società civile. Dietro c’è la rabbia dei mafiosi nel constatare che egli è diventato un simbolo, uno dei più alti, nella lotta contro la mafia, ma c’è anche la preoccupazione dei “benpensanti”, che il suo esempio possa essere di stimolo a momenti di ribellione, sia all’interno della famiglia che del tessuto sociale, o che possa portare, nel caso più estremo e preoccupante, alla scelta politica del comunismo e alla formazione di coscienze rivoluzionarie per metterlo in pratica.

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Loro sono loro e noi non siamo un cazzo

Vedere Melania Trump al Teatro Greco, il marito di Angela Merkel in piazza Duomo o la moglie di Macron al Municipio per loro sarà una bella cartolina per Catania. E questo giustificherà l’annullamento di qualsiasi valore democratico e repubblicano. Sarebbe bastato, qualora avessero davvero avuto bisogno di incontrarsi i presidenti di sette paesi tra l’altro neanche i più influenti e industrializzati, chiudersi in una base militare nel deserto o su una portaerei in mezzo al mare. Avrebbero protetto al meglio i governanti.

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Torino, la lotta quotidiana nelle case popolari

Francesca era tra i casi più gravi. Le era stato diagnosticato un ritardo nell’apprendimento, un disturbo della personalità e diversi problemi fisici. Il giudice le aveva revocato i diritti civili, ma poteva vivere da sola, purché seguita dai servizi. I servizi spesso, però, latitavano. I ragazzi dell’associazione non mancavano di segnalare alle strutture di riferimento i problemi, da quelli di indigenza ai guasti tecnici di luce o acqua. La risposta era però spesso tardiva e oziosa.

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“A proposito di politica, ci sarebbe qualche coserellina da mangiare?”

Il cinquantesimo anniversario della scomparsa di Totò sarebbe una buona occasione per spostare l’attenzione dal centro città “vetrina” a un quartiere popolare in cui l’impegno delle istituzioni arriva solo quando c’è da fare una passerella o raccattare un applauso, un voto. Il Rione Sanità non può ripartire solo dall’illustre concittadino ma da tutti i cittadini, da tutte le pance, da tutte le coscienze. Perché è “la somma che fa il totale!”.

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Noi emigranti

I siciliani veri, quelli che non dimenticano di avere avuto padri e nonni emigranti, salutano con affetto e gratitudine i volontari che rischiano la vita per salvare gli emigranti di ora.

Se vi si dovesse infiltrare qualche raro individuo mosso da motivi oscuri, venga fatta giustizia esemplarmente, come per i traditori dell’antimafia tipo Montante o Saguto. Ma in nessun caso si faccia confusione con i numerosissimi concittadini che tengono alta, salvando e non massacrando altri esseri umani, la bandiera d’Italia e l’umanità millenaria della nostra gente.

Chiunque cerchi pretesti per sabotare la loro opera, per motivi politici o per debolezza morale, è un complice dei trafficanti e un nemico del nostro Paese.

Seguiremo con attenzione le inchieste giudiziarie su questi temi, appena verranno iniziate e non semplicemente accennate. Confermiamo la nostra fiducia alla Magistratura nel suo complesso, presidio – da Falcone in poi – della Repubblica basata sulle leggi e i diritti umani.

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