mercoledì, Novembre 27, 2024

Società

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Niscemi: i due scioglimenti del Consiglio per infiltrazioni mafiose?

Il sindaco uscente di Niscemi, Francesco “Ciccio” La Rosa, è stato arrestato all’alba del 29 giugno con l’accusa di voto di scambio politico mafioso avvenuto nel 2012. Con lui, sono state arrestate altre nove persone: un suo ex assessore, Calogero “Carlo” Attardi (ai domiciliari, come La Rosa); i capi delle famiglie di Cosa Nostra di Niscemi e di Gela, Giancarlo Giugno e Alessandro Barberi; Salvatore Ficarra, uomo di fiducia di Barberi, Francesco Spatola, Francesco Alesci, Giuseppe Attardi (padre dell’assessore, ai domiciliari); i fratelli Salvatore e Giuseppe Mangione (ai domiciliari), legati all’assessore Attardi. Quando il sindaco La Rosa voleva “essere ripagato del danno” subito da Niscemi nel 1992 e 2004. Un’intervista inedita che racconta il politico appena arrestato.

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Le disumane condizioni di vita nel Cara di Mineo

Il recente rapporto del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, denuncia le pessime condizioni di vita e la mancanza del rispetto dei diritti fondamentali delle persone trattenute nel Cara e in diversi centri governativi italiani. Come associazioni esprimiamo il nostro incondizionato sostegno alle proteste dei richiedenti asilo. Le istituzioni accolgano le loro richieste, anziché risolvere il problema come una questione di ordine pubblico. Invitando i media a dar visibilità e voce a chi da anni non ne ha più avuta.

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Il bouquiniste di Piazza Dante

Nello, il libraio di piazza Dante, dal 2010 vende libri usati di fronte il Monastero dei Benedettini, sede delle facoltà umanistiche catanesi. “Nella letteratura l’ho letto tante volte, anche in libri di pedagogia: è il posto dove nasci che incide sulla tua vita, quello dove cresci. Puoi avere un po’ di sensibilità in più e cercare di uscire da certe situazioni, io ci ho provato, ma sono sempre ai margini, c’è sempre un pregiudizio. Non fai parte del loro rango, non puoi stare tra loro. In altri paesi ti valorizzano e non importa da dove provieni se sei bravo. Qua invece ti trattano sempre come ‘quello che non è andato a scuola’”.

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Quale movida?

Movida è una denominazione vaga, per quanto efficace, per tenere insieme fenomeni diversi tra loro. Bar gremiti e gente che si diverte; piazze piene e vomito per terra; dj che suonano e ragazzi con la chitarra; traffico paralizzato e inquinamento acustico; consumo di stupefacenti e gente dalla rissa facile; immobili che aumentano o diminuiscono di valore in poco tempo; un trio jazz niente male accompagnato da un drink annacquato e servito nel barattolo dei fagioli per la modica cifra di cinque euro. I tutori del riposo e del decoro la demonizzano come un’orda barbarica, dimenticando che, fino a pochi anni fa, molte strade al calar del sole diventavano terra di nessuno.

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Messina, spada di Damocle sul Centro Polifunzionale per migranti

“Nello specifico il Centro Polifunzionale per immigrati dovrà prevedere al suo interno l’offerta dei seguenti servizi e lo svolgimento delle seguenti attività amministrative: Prefettura; Questura – Uff. immigrazione; Circoscrizione – Anagrafica”. Per ovvie ragioni, ONG e associazioni antirazziste si sono opposte da sempre a condividere spazi e attività di ascolto, formazione, supporto, assistenza migranti con quelli destinati alle procedure di identificazione, schedatura e “regolarizzazione” in mano alle forze dell’ordine e agli apparati sicuritari. A Messina, invece, si andrà in direzione opposta e contraria.

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Chi offende la morale?

“Che bisogno c’è di fare spettacolo?” chiede qualcuno. La folla non risponde, qualcuno spruzza dell’acqua. Un ragazzo abbraccia una sua amica, poi due fidanzati si baciano. Lei ha la bandiera arcobaleno disegnata sulla guancia destra. “Non bisogna essere gay per difenderne i diritti” annuncia un cartellone.

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Processo Saguto, +18: si alza il sipario

Non siamo d’accordo con la definizione che oggi leggiamo su La Repubblica, a firma di Salvo Palazzolo, che è “alla sbarra l’antimafia malata”. L’antimafia non c’entra niente. L’operato dei giudici, nella lotta contro la mafia, è lo stesso loro lavoro, non può definirsi “antimafia”. Il processo è fatto ad alcuni settori della magistratura e di tutto l’apparato legale che la circonda, nella misura in cui, dietro il cappello dell’antimafia, costoro avevano messo in opera un sistema paramafioso utilizzando i beni di alcuni imprenditori per trarne un personale profitto.

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Il mare “cristallino” di Catania

“Chiederemo un immediato intervento da parte del Comune e invieremo la documentazione alla Procura della Repubblica per individuare un responsabile: non è possibile che si scarichino le fogne a mare e nessuno sia responsabile!” dicono i comitati che ieri mattina, sull’ex lido Nettuno, hanno tenuto una conferenza stampa sulla questione. ““Se si vuole creare turismo, si deve riqualificare l’ex area di sviluppo industriale, abbandonata da anni. Se qualcuno vuole investire, investa lì. Qui, dal faro all’inizio della zona industriale, vogliamo un parco. Nient’altro”.

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Dalla “democrazia partecipata” alla “formazione ristretta”

Le case abusive a ridosso del Bastione “sono state espropriate dal Comune nel 1966, solo che ancora sono là… Quindi la staccionata è stata messa per distinguere il bello dal brutto. Sono state date le case popolari, nonostante l’espropriazione si sono inserite altre persone che sono ancora lì”. Garanzia. Riqualificazione. Rivalorizzazione. Progetto compatibile col sito in sé stesso. Ci rendiamo sin d’ora disponibili.

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Perché a Catania le aree verdi fanno paura

“Il Bastione degli Infetti c’è stato un tempo in cui veniva usato per buttarci le carcasse dei cavalli morti”. Poi è nato il Comitato Antico Corso e qualcosa è cominciato a muoversi. L’hanno ripulito, sradicato le erbacce, e hanno cominciato ad aprirlo alla città “A me non piace parlare di quartieri” dice Salvo Castro “perché questo posto non è solo del quartiere ma della città, è alla città che deve tornare, non al quartiere. Perché questa logica dei quartieri è come se ogni quartiere si autogovernasse per conto suo, ognuno con proprie regole e con un boss a capo… Non può continuare ad essere così”.

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