lunedì, Novembre 25, 2024

Società

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Marche, il teatro dell’assurdo

Il progetto della Comunità nasce quindi da una stretta integrazione e collaborazione, anche economica, tra Pubblico e Privato sociale. L’obiettivo di tutti gli attori coinvolti era ed è quello di restituire alla comunità e ai cittadini un bene che in passato aveva alimentato l’economia di un’importante organizzazione criminale e che oggi svolge una fondamentale funzione pubblica al servizio del territorio.

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Baby gang, il silenzio degli educatori e dei ragazzi di strada

Politici e intellettuali, preti e giornalisti, insegnanti e imprenditori continuano a interrogarsi. Hanno davanti agli occhi questa spia che continua a lampeggiare, a segnalare una falla nel sistema a cui tutti sembrano così affezionati. Ma la falla, nessuno di loro può ignorarlo, è l’inevitabile eredità di una metropoli cresciuta sull’esclusione e la disuguaglianza, sull’abbandono declinato in tutte le sue forme, urbanistiche, sociali, politiche, culturali. Tutto questo agitarsi non indica forse in costoro un disagio interiore, una coscienza non proprio immacolata?

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I padroni della città

Mario Ciancio in prima fila, Ennio Virlinzi che si frega le mani, Aldo Palmeri pronto a incassare commissioni milionarie, Bosco e Costanzo padroni del 40 per cento delle aree festeggiano il valore assunto grazie ai titoli edilizi firmati dalla direzione urbanistica del Comune. Salvo Pogliese e la destra intascano il risultato di aver visto approvato il loro progetto originario. Enzo Bianco sorride alle telecamere e spera di guadagnare qualche punto. Per l’ennesima volta un’area libera di Catania diventa edificabile, per l’ennesima volta i proprietari dell’area sono gli stessi di sempre.

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Dal letame nascono i fior

Attraversare San Berillo è come varcare un confine. Dalle centralissime via Etnea e Piazza Stesicoro basta percorrere pochi metri per trovarsi in una Catania diversa. Un’anziana prostituta, seduta sull’uscio della sua piccola stanza, ci indica la strada verso il cuore del quartiere, dietro di lei il letto disfatto. Tra le vie che si fanno più strette iniziano ad affiorare colori, fiori, piante..

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“E ora parliamo noi”

“Siamo una ventina di famiglie, con quindici bambini, e occupiamo la Cattedrale…”. Disperazione, rabbia, titolano i giornali. Ma non è così. Con lucidità, ragionando, i senzacasa descrivono i meccanismi e le radici della loro emarginazione. Chi ne è responsabile. E cosa si può fare subito per rendere meno inumana la vita in questa città.

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