lunedì, Novembre 25, 2024

Società

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Gli spazi della follia

Nel corso di due secoli, il manicomio civile di Aversa è stato il luogo di tutte le sperimentazioni psichiatriche, sia quelle “terapeutiche” che quelle architettoniche. Qui si sono sperimentati i letti di contenzione, l’elettrourtoterapia, il coma insulinico, l’ergoterapia, i primi neurolettici negli anni Cinquanta; qui i padiglioni – a mo’ di villaggio della follia – sono organizzati per quelle che vengono definite “omogenee classi di demenza”: agitati, sudici, semi-tranquilli.

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Il processo Saguto: Telejato non c’entra, dice Lo Voi, e invece gli altri magistrati dicono sì

Man mano che vanno avanti le escussioni dei testi nel processo che si sta svolgendo presso il tribunale di Caltanissetta, nei confronti di Silvana Saguto e dei componenti del suo “cerchio magico”, in relazione all’allegra gestione della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, vengono fuori, dalle deposizioni dei vari magistrati, una serie di notizie, spesso spezzettate, dalle quali si evince con chiarezza che quanto dichiarato dal Procuratore Capo di Palermo Lo Voi e dalla sua collega Lucchini quantomeno non è esatto.

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Hanno arrestato Oskar Schindler

La Procura ha sequestrato la fabbrica di Oskar Schindler, attualmente in stato di fermo. Secondo i magistrati avrebbe violato le leggi razziali tedesche e in particolare l’ordinanza del Reich numero 7, del 12 novembre 1938, per l’esclusione degli ebrei dall’economia tedesca.

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Quella scolaretta muta del Cile

Il sole di fine estate batte piano sulla periferia-bene di Rancagua, poco a sud di Santiago del Cile. Fra le basse villette a schiera, i condominios, e i palazzi da quattro piani ci sta il vecchio che innaffia il prato, il bar di fronte sulla strada dove si riuniscono ubriaconi e posteggiatori abusivi e più in là, dopo il semaforo, c’è un grosso centro commerciale. È un posto tranquillo a settanta chilometri dalla capitale.

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Io ero come loro

“Da piccolo un falegname qui vicino non mi voleva nella sua bottega, non mi faceva mai entrare. Se mi avesse fatto lavorare con lui forse sarebbe stato diverso, forse non avrei percorso le brutte strade che ho percorso. O forse l’avrei fatto lo stesso, ma mi ripeto che i ragazzini di oggi devono poterci entrare in falegnameria, così cerco di coinvolgerli. Magari hanno una fantasia che non sanno neanche di possedere, oggi ti mettono davanti a YouTube e non capisci più niente. Non saprai mai chi sei”.

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Fiat di Pomigliano

Tutte le lavoratrici e i lavoratori di Pomigliano e Nola sono consapevoli che ormai si è alla conclusione di un ciclo. La produzione della Panda è giunta al termine, senza però che all’orizzonte si intraveda un piano industriale per lo stabilimento, e in assenza di un progetto regionale e nazionale di politica industriale che rimetta al centro una diversa mobilità sostenibile, sia pubblica che privata.

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Una vita in bottega

“Qui accanto c’è una sede del Comune, da diciannove anni è chiusa –racconta Ciro- In questo vicolo c’erano la sede del municipio, il bar, il sarto, il tipografo, il pellettiere, il gommista, il falegname, il barbiere, il venditore di bibite, l’orefice, il salumiere, la pizzaiola e lo scatolaro. Ora non c’è più nessuno, e tra qualche mese me ne vado pure io. Non c’è più tanto lavoro, e poi tengo un’età. È arrivato il momento di chiudere”. Ciro ha iniziato a fare il calzolaio a Caserta. Nel ’50 è arrivato a Napoli. Dal ’54 si è insediato ai Quartieri Spagnoli.

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