domenica, Novembre 24, 2024

Società

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Tutti a Riace!

Hanno arrestato il Sindaco di Riace, Domenico Lucano, perché antirazzista. Non ha obbedito alle leggi sui respingimenti e rimpatri. E così lo sono andati a prendere all’alba gli uomini della Guardia di Finanza per notificargli l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Sabato 6 ottobre tutti a Riace contro le leggi ingiuste.

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Reprimere o educare?

Da alcuni giorni la Questura di Catania è impegnata con ingenti uomini e mezzi a organizzare retate nelle scuole superiori della città. Su disposizione del Questore, Alberto Francini, i poliziotti irrompono nelle scuole durante l’orario di ricreazione con l’obiettivo di sorprendere studentesse e studenti in possesso di droghe leggere o intenti a fumare sigarette di tabacco in aree nelle quali il fumo è vietato. Le posizioni di docenti e studenti.

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Preti e mafia a San Cristoforo

Otto arresti per traffico e spaccio di droga, tra gli arresti “eccellenti” Salvatore Panassiti, affiliato al clan Cappello – bonaccorsi. Nei seguenti giorni a questa operazione, i carabinieri hanno indagato due preti per mafia e traffico di droga. Questi preti vivono e operano a San Cristoforo, e precisamente, nell’oratorio di S. M. delle Salette. Noi non siamo stupiti da questo episodio criminale.

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L’ultimo cavaliere dell’apocalisse mafiosa

La mafia a Catania ha tanti volti. Quello del politico del consiglio comunale che dà trenta euro per ogni voto e grida in piazza di essere amico del figlio del boss. Il volto di quel bambino di sei anni, figlio della compagna di uno spacciatore, usato per portare le pallina di cocaina alle macchine dei clienti. Il volto dell’elegante imprenditore, stimato da tutti, che porta lavoro e ama la famiglia. La mafia a Catania ha oggi pure il volto di Mario Ciancio “che ha contribuito al rafforzamento di Cosa Nostra”.

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I complici e i vili, e chi si lascia usare

Pippo Fava è morto per Catania, e i suoi ex colleghi de La Sicilia l’hanno tradito per opportunismo, per complicità o semplicemente per viltà. Hanno supportato per anni il giornale di un mafioso, che ha fatto campagna redazionale per la mafia in più di un’occasione (non lo dico io: i giudici l’hanno scritto). Per anni hanno scritto o tollerato calunnie e menzogne, senza mai ribellarsi, prendendo tranquillamente il ventisette, mentre il loro padrone portava in Svizzera centinaia di milioni rubati ai poveri della città.

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Dopo Ciancio. La Sicilia dei Siciliani

Si è svolta questa mattina presso il Giardino di Scidà – bene confiscato alla mafia la conferenza stampa de I Siciliani giovani sul decreto di sequestro e confisca dei beni e delle società di Mario Ciancio Sanfilippo. All’imprenditore, sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa, è stata sequestrata anche la società editrice del giornale “La Sicilia” e le emittenti televisive che adesso sono gestite da amministratori nominati dal Tribunale di Catania. Sono intervenuti Matteo Iannitti, giornalista de I Siciliani giovani, Giovanni Caruso, vicedirettore e Riccardo Orioles, Direttore del giornale.

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Sogno di un mattino di fine estate

“Hanno sequestrato La Sicilia”. “Chi? Come””. “Mah, il processo…”. “E allora?”. “Beh, potremmo provare a prendercela noi giornalisti antimafia. I beni confiscati… Non c’è una legge?”. Ho sognato che stavamo uscendo dal palazzo di giustizia, giornalisti e avvocati, e qualcuno diceva: “E’ finito il processo”. “Alè!” ho pensato io, sempre nel sogno.

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