giovedì, Novembre 21, 2024

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L’anima di Forcella si chiama Annalisa

«Quando morì Annalisa ci fu un clamore tale che tutti si sentirono spinti ad occuparsi del tema e a dare una mano, per dare una giustizia non solo giudiziaria ma anche sociale in risposta al dolore del padre di Annalisa – racconta Pino – Il dolore di Giannino è stato il motore dell’associazione e di tante cose che ci sono state nel quartiere. Se lui non si fosse spinto così tanto nel cercare a tutti i costi di non gettare la spugna, di non arrendersi, di non scappare, e valorizzare invece il ricordo della figlia, le istituzioni non sarebbero state stimolate al punto da aprire una scuola intitolata ad Annalisa nel quartiere e ad aprire gli spazi recuperati dall’abbandono».

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Il cavallo di Santiago

La differenza tra quiltros e cuicos <<una tensione di classe che riconosco nella letteratura, non è superata. Al contrario, oggi più che mai, le contraddizioni del capitalismo sono in crisi. Per questo è scoppiata la rivolta nel 2019: sono le braccia del popolo, sfinite nel sostenere la piramide sociale, che usano la loro energia per costruire qualcosa di nuovo, a partire da un cambio radicale, dal disordine, dal caos>> ragiona Uribe.

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E luce fu

Ovviamente Villari, Puglisi, Deodati, Odevaine e tutti gli altri sono innocenti fino a condanna definitiva in primo, in secondo e terzo grado e magari davanti alla Suprema Corte Europea. Ma possiamo dire, sommessamente e con tutto il garantismo possibile, che noi fra i nostri firmatari questi signori e i loro conoscenti, parenti, amici e persino vicini di pianerottolo preferiremmo non averli?

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