Siracusa. Rinvio a giudizio per i giornalisti della “Civetta” e dell’ “Isola dei cani”
Prima udienza ad aprile. Caduta imputazione per associazione a delinquere. Stralcio per due giornalisti di Magma
Per la vicenda dei cosiddetti “veleni alla Procura di Siracusa”, a quasi sei anni dai fatti, il Tribunale di Messina ha rinviato a giudizio per diffamazione il direttore del quindicinale aretuseo La Civetta di Minerva e il giornalista Carmelo Maiorca, entrambi querelati dall’allora procuratore della Repubblica di Siracusa Ugo Rossi, e da un suo sostituto. La procura ha proceduto a una citazione diretta, escludendo però l’imputazione per associazione a delinquere, proposta da uno dei querelanti, il sostituto procuratore Maurizio Musco.
Oddo e Maiorca dovranno presentarsi a processo il 6 aprile 2018. Altri due giornalisti di Catania (Gianfranco Pensavalli e Salvo La Rocca, rispettivamente collaboratore e direttore del settimanale Magma, che intanto ha cessato le pubblicazioni) querelati con le medesime accuse, attendono invece la decisione del tribunale di Viterbo.
A Oddo vengono contestati quattro passaggi dei suoi articoli, secondo i magistrati contrari al vero. Il giornalista sostiene si tratti in realtà di imprecisioni (come l’aver scritto “atto costitutivo” anziché “visura camerale” e “della sorella” invece che “della sorella della moglie”).
A Maiorca viene contestata una vignetta pubblicata nel dicembre del 2011 accanto a un articolo sulla vicenda dei veleni alla Procura, sul mensile L’Isola dei Cani. Nella vignetta è raffigurato di spalle un uomo che orina sulla statua raffigurante la dea della giustizia. Maiorca sostiene che la vignetta non ha riferimenti specifici a persone.
I due magistrati di Siracusa avevano querelato anche l’ex parlamentare Gino Foti e l’ex sindaco di Siracusa, Aldo Salvo, accusandoli di associazione a delinquere finalizzata alla diffamazione. La procura ha chiesto l’archiviazione, Maurizio Musco ha fatto opposizione. Si attende la decisione.
Musco aveva denunciato i giornalisti nel 2012, accusandoli di aver realizzato una campagna contro di lui ed altri magistrati di Siracusa.
Gli articoli di Magma e La Civetta destarono l’attenzione del Ministero della Giustizia, che inviò un’ispezione, e del Consiglio Superiore della Magistratura. Per quegli articoli nel 2012 Oddo e Marina De Michele (vicedirettore della Civetta) hanno ottenuto il Premio Mario Francese, mentre la menzione alla carriera dello stesso premio è andata a Pensavalli.
L’indagine nei confronti dei giornalisti è partita da Messina ma in seguito il fascicolo è stato trasferito per competenza territoriale (visto che coinvolgeva magistrati siciliani) a Reggio Calabria. Poi a marzo 2017 i giornalisti sono stati informati di un nuovo procedimento (per il quale il pubblico ministero Carchietti aveva chiesto una proroga di indagine), iscritto a registro di nuovo a Messina e in cui insieme a loro erano indagati anche Foti e Salvo.
L’OdG Sicilia in una nota del 19 aprile scorso aveva espresso “piena disapprovazione per le ipotesi di reato formulate” nei confronti dei giornalisti, sottolineando, relativamente all’accusa di associazione a delinquere, che non tutti i giornalisti coinvolti si conoscessero fra loro, e che Musco e Rossi fossero “a loro volta sottoposti a più processi e già oggetto di condanne passate in giudicato”. Musco è stato condannato infatti per abuso d’ufficio a un anno e mezzo di reclusione (decisione confermata in Cassazione nel 2017) insieme a Rossi (un anno per lui); inoltre è stato condannato in primo grado per tentata concussione a tre anni e otto mesi di reclusione.
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