sabato, Gennaio 11, 2025
Cronaca

Sicilia a fuoco. Servono forestali!

Le foreste in pericolo. E anche qui, la mafia fa affari…

Grazie alle avvocate dei millecinquecento forestali (precari!) in lotta in Sicilia, l’Europa ha inserito il caso dei forestali siciliani tra i motivi della procedura di infrazione contro l’Italia. Il governo dovrà quindi indennizzare tutti questi lavoratori precari.

A seguito dell’azione legale di due avvocate che assistevano 1500 forestali siciliani per la stabilizzazione del posto di lavoro e a seguito della petizione all’Unione Europea per denunciare l’uso abusivo dei contratti a termine, l’Unione Europea ha inserito il caso dei forestali siciliani tra i motivi della procedura di infrazione contro l’Italia.

L’assessorato siciliano alle Foreste sta contando i soldi occorrenti: le avvocate dei forestali minacciano ricordo, ma alcuni sindacati propongono il compromesso:  soldi subito ma solo in parte…

La faccenda, in regione, ora è in mano al politico Sammartino: “Ne parleremo entro l’estate!” aveva detto a dicembre del ’22. “A dicembre se ne parla!” dice a marzo ’23. E a dicembre? “Ci stiamo lavorando!”. Il 9 gennaio del ‘24, dopo la finanziaria, arriva “un primo passo propedeutico”; il 16 marzo “nei prossimi giorni approveremo la riforma”.

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Il bando di concorsodel 2024 per assunzioni a tempo indeterminato di operai forestali qualificati, dice che gli operai assunti saranno impegnati in lavori di sistemazione idraulico-forestale, idraulico-agraria e in attività specifiche di prevenzione e contrasto agli incendi boschivi. Questi incarichi richiedono una conoscenza approfondita delle tecniche forestali e una notevole resistenza fisica per affrontare situazioni di emergenza in ambienti naturali. A livello internazionale, il lavoro in bosco è considerato tra i più pericolosi, sia per l’elevato numero di incidenti, sia per il numero di malattie professionali dovute ai vari agenti di rischio (rumore, vibrazioni, gas di scarico, polveri di legno ecc.)

“Ma non sono troppi – si dice – i forestali in Sicilia, visto che le nostre foreste non sono poi tante?”. No, perché più di metà (55%) qui sono aree boschive protette, esposte specialmente agli incendi (che in questi giorni, in America, stanno mettendo in fuga intere città). Ma nn basta. Qui non ci sono solo gli incendi, c’è anche la mafia.

Nel 2022 la Commissione Antimafia ha sottolineato, in proposito, che occorre “distinguere caso per caso, anche in funzione della tipologia di area aggredita”. Per la Commissione, di certo le istituzioni non possono arrendersi all’evidenza dei cambiamenti climatici, anzi, proprio in considerazione di questi, le azioni di prevenzione e contrasto al fenomeno degli incendi dolosi devono fare un salto in avanti. Ci sono fenomeni più preoccupanti di altri, ha aggiunto la commissione antimafia regionale, fra questi in particolare la “mafia dei pascoli”, in relazione anche ai terreni assegnati dalla Regione, al fine di richiedere i contributi europei.

Nel 2023 Sicilia e Calabria hanno avuto l’83% dei grandi incendi boschivi italiani. La sola Sicilia, con ben 101 chilometri quadrati di bosco andato a fuoco, rappresenta il 64% delle foreste bruciate  in Italia in un anno. L’incendio (doloso) può servire anche a far perdere valore al terreno incendiato oppure quello di cambiarne la destinazione d’uso. I boschi e i pascoli colpiti dal fuoco non possono quindi avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni. (art. 10 della legge 353/2000). Sono altresì vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia ed è, altresì, vietata, per tre anni, la raccolta dei prodotti del sottobosco. I comuni hanno l’obbligo di aggiornare il catasto delle aree colpite da incendio. Eppure più di 140 Comuni in Sicilia sono stati commissariati perché non hanno adempiuto.

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A che servono i forestali in tutto questo?

Intanto, ovviamente, a prevenire gli incendi. Ma poi anche a salvaguardare le attività dei privati che vogliono tornare a coltivare la terra.  La mafia non si limita a distruggere le foreste per i propri interessi ma distrugge anche questi terreni, vanificando il lavoro di tanti giovani. E questi danni non colpiscono soltanto il lavoratore agricolo ma tutta la comunità dell’isola che può avere vantaggi da una produzione “a kilometro zero” e soprattutto avere benefici da una coltivazione sana.    

Il danno che la mafia arreca alla nostra isola è quindi enorme ed è per questo motivo che non avendo l’istituzione pubblica le risorse necessarie per coprire i costi di un aumento di operatori forestali, per un trattamento dignitoso di chi già lavora e per i necessari investimenti per la sicurezza sul lavoro occorre pretendere che vengano utilizzati i soldi sequestrati alla mafia, soldi rubati alla  collettiva che alla collettività devono tornare assicurando un servizio essenziale. “I soldi dei mafiosi a chi lavora!” non a caso ripetono, da tanti anni, i “Siciliani giovani”.

E dobbiamo anche tener conto che questo servizio essenziale svolto dagli operatori forestali da oggi in poi avrà un altro compito da svolgere. Il Green Deal europeo  prevede che entro il 2030 dovranno essere piantati 3 miliardi di alberi nell’Unione Europea.

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