Sfida ai vecchi padrini
Da Scampìa l’attacco frontale alle cosche dei Polverino e Nuvoletta. Guerra nel fortino di Marano
Scorribande dei “ribelli” nel territorio dei boss alleati con la mafia. Si tratta di cani sciolti che avrebbero nel latitante Mario Riccio, 20 anni, cresciuto nel feudo dei Nuvoletta, il loro capo.
Ai vecchi padrini hanno lanciato un vero e proprio guanto di sfida. Prima “l’occupazione” dei comuni limitrofi a Scampia, Melito, Mugnano, Casoria, Arzano e Casavatore, poi le ronde armate nella città (Marano) roccaforte dei Nuvoletta e dei Polverino, poi le spedizioni punitive contro i familiari degli affiliati ai clan e le pretese di pizzo ai commercianti storici della zona.
Sono le nuove leve di Scampia, quei “guagliuni” che un tempo venivano considerati meno che manovalanza e che oggi – complice la debolezza delle vecchie famiglie di camorra e l’assedio delle forze di polizia nei loro territori – tentano di mettere le mani sui nuovi mercati.
Nuove e fiorenti piazze di spaccio, insomma, visto che a Secondigliano e a Scampia le forze dell’ordine hanno assestato duri colpi e arginato le vendite. Eventi che stanno però scombussolando gli equilibri criminali a nord di Napoli e che potrebbero avere conseguenze fin qui inimmaginabili.
Un pezzo di faida che ormai ha valicato i confini di Scampia, dunque, ma anche un gesto altamente simbolico. Per molti si tratta infatti di un ceffone mollato in pieno volto ai boss finiti dietro le sbarre: Giuseppe Polverino (“Peppe ‘o barone”), re dell’hashish, dell’edilizia e del mercato alimentare, di recente estradato dalla Spagna, e Angelo Nuvoletta, già da molti anni in carcere, l’uomo che aveva stretto una storica alleanza con Cosa Nostra. Un legame sopravvissuto agli arresti e alle morti dei boss più illustri.
Le voci di strada, intanto, sono un continuo rincorrersi di ultimatum e contro-ultimatum. C’è chi parla del coinvolgimento dei Mallardo (clan dell’area giuglianese), dei Casalesi, che in questa area hanno interessi nell’edilizia e negli appalti pubblici, e chi persino della mafia siciliana.
Tutte e tre le fazioni sarebbero in qualche modo interessate ad arginare l’offensiva lanciata dai giovani camorristi, nati e cresciuti all’ombra dei vecchi padrini, ma che da tempo hanno stretto legami con le bande criminali di Scampia.
A capo dei “ribelli” ci sarebbe Mario Riccio (detto Mariano), poco più che 20enne, latitante, cresciuto a Marano e genero del boss “scissionista” Cesare Pagano. A supportarlo una truppa di cani sciolti: manovalanza di piccolo cabotaggio, delusi rimasti per troppo tempo ai margini dei business orchestrati dai Polverino e dai loro affiliati, desiderosi di rivincita e pronti a tutto pur di compiere il salto di qualità.
Ma nel mirino delle nuove leve non ci sono solo Marano, Melito, Mugnano, Arzano o Casoria. Scampia infatti è anche a due passi da altre popolose città dell’hinterland partenopeo: Giugliano, Villaricca e Qualiano in primis, terre anche queste troppo ghiotte per sfuggire alle mire di gruppi decisi a farsi largo a tutti i costi.
Come reagiranno i vecchi boss? Saranno in condizione di affrontare una nuova guerra, che si preannuncia lunga, sanguinosa e che potrebbe quindi ricalcare le orme di quella scatenata (erano gli anni Ottanta) dalla Nuova Famiglia contro i cutoliani? E, soprattutto, con quali armi e quali strategie? Difficile da prevedere le scelte. Facile invece immaginare l’ennesimo scenario di violenze e di terrore.