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Riepilogando

dicembre 2014

L’assemblea dei Siciliani giovani a Catania – il 5 gennaio, come sempre – quest’anno ha un’importanza particolare perché, mentre la situazione generale incancrenisce, le nostre capacità di reazione diminuiscono. Questo riguarda l’antimafia in genere ma noi dei Siciliani giovani in particolare, che ne ne siamo una parte piccola ma vitale.

Il ruolo sempre più “politico” dei poteri mafiosi per noi – che deriviamo da Pippo Fava – non è certo una novità. Questa consapevolezza però non è mai stata fine a se stessa: per noi ha sempre comportato un impegno a combattere questo potere, non solo sul piano giornalistico e investigativo ma anche e soprattutto su quello “politico”: che per noi si traduce direttamente in “fare rete”.

Ecco: la nostra piccola rete in questo momento è in crisi. Non per debolezza o egoismo, ma perché oggettivamente i compiti si fanno sempre più duri. L’asticella si alza, e noi- che siamo tutti precari, coi quotidiani problemi degli italiani comuni – abbiamo difficoltà a starle dietro. Speso viviamo, individualmente, questa situazione in maniera sbagliata, con sensi di inadeguatezza o con disilluso “realismo”, che di solito sono le due facce della stessa cosa.

Noi rilanciamo, invece. Abbiamo sempre fiducia in tutti i componenti della nostra buffa armata Brancaleone, continuiamo a ritenerci all’altezza. Quindi, non lamentele ma nuovi obiettivi: nel corso del 2015 alzeremo il tiro con una serie di libri, con dei seminari specifici, di formazione, con delle assemblee operative per stringere e allargare le reti locali. E, ovviamente, col giornale.

Questo non cambia il mondo, naturalmente: ma contribuisce a cambiarlo. E questo è quanto.

 

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