Riepilogando
Crediamo che la mafia oggi sia uno dei poteri più importanti, e che quindi sia combatterla fondamentale.
Crediamo che il giornalismo sia la forza essenziale della democrazia, e che non vada lasciato solo a chi non può essere indipendente.
Crediamo che l’antimafia e il giornalismo libero non siano sostenibili con le forze di pochi, e che quindi debbano costituirsi in rete.
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Siciliani per noi non è un’indicazione geografica. E’ solo un promemoria di otto giornalisti europei uccisi per aver fatto il loro mestiere, e della dittatura cui il loro mestiere è tuttora sottoposto nella loro terra.
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Trent’anni fa c’era un solo editore monopolista, in Sicilia. Trent’anni dopo c’è ancora. Trent’anni fa furono dei giovani giornalisti, con Fava, a opporsi a questo monopolio. Trent’anni dopo dei giovani e dei ribelli, in questo nostro mestiere, ci sono ancora.
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Noi non ci aspettiamo solidarietà, ma chi vuole può schierarsi con noi, se se la sente. Siamo molti di meno di quello che dovremmo essere per vincere questa battaglia, ma siamo abbastanza per continuarla. Siamo molto meno bravi di Giuseppe Fava, ma quello che lui diceva l’abbiamo capito chiaro e forte.
Perciò, tanti anni dopo di lui – e di Beppe Alfano, e di Cosimo Cristina, e di Mauro De Mauro, e di Giovanni Francese, e di Peppino Impastato, e di Mauro Rostagno, e di Giovanni Spampinato e di Giancarlo Siani – non siamo qui a commemorare qualcosa ma a lavorare a a lottare, insufficienti ma uniti, sempre col loro mestiere in pugno e sempre sulla loro strada.
Ola a Voi.Sono Renato e vivo a Passirano,un paese in Franciacorta.Ho visto il documentario”I ragazzi di Pippo Fava”.Il parroco di Salò una settimana fa’ ha donato 50€ ai suoi 200 fedeli con la richiesta di darli a chi ne avesse piú bisogno.E se quei 10000€ fossero stati pane sporco di cui liberarsene?Anche Brescia non è di certo una città di santi.Fuori luogo,lo so.