Questa Provincia s’è abolita da sè
Enti inutili e spreconi, le province? Ma no! Basta guardare quella di Trapani…
Ci sono dentro pure le province, nel pentolone degli enti spendaccioni che di questi tempi fanno tanto parlare di sé. Inoltre molte di quelle adocchiate sono in via d’estinzione, secondo i programmi del governo Monti. Enti inutili e spreconi. Fuori controllo.
Proprio come la Provincia regionale di Trapani, che nei piani del governo dovrebbe essere tra quelle da depennare. Mimmo Turano, ex presidente della Provincia dimessosi per puntare al comodissimo scranno dell’Assemblea regionale siciliana, aveva anche provato ad “annettere” la città di Menfi, in provincia di Agrigento, per rientrare nei parametri e salvare tutto. Ha anche promesso un assessorato ad un menfitano. Niente da fare.
Un’ora prima di dimettersi, Turano mette mano al portafoglio (della Provincia) ed elargisce contributi a go-go per circa 880 mila euro. Associazioni culturali, sportive, di tutti i tipi. “Ci sono enti che non hanno un soldo, noi li avevamo e li abbiamo spesi”, si difende. Poco male se così si è prosciugato il fondo di riserva per finanziare progetti ed eventi con pochi partecipanti, altri mai esistiti. Come la famosissima “sagra della cassatella”.
Ma queste non sono state le ultime e uniche prebende della Provincia di Trapani. E’ un ente che da sempre ha finanziato sagre ed eventi a volte andati totalmente deserti. Il tutto in nome dello sviluppo del territorio e del turismo. Eppure se ne sono accorti tutti adesso, soprattutto i consiglieri di opposizione. Funziona così. Le opposizioni sono ritardatarie per natura. Chiedono al commissario straordinario Luciana Giammanco di controllare le delibere. “Tutto regolare”, dice. Ma una volta scoppiato il bubbone degli 880 mila euro last-minute, lo stesso Ufficio legale della Provincia prende in mano le carte ed esamina centesimo per centesimo i contributi. L’Ufficio smentisce il commissario straordinario: “Le delibere sono irregolari”. Fa niente.
Anche perché la Giammanco, poco dopo, si è apprestata a nominare un consulente esterno: l’ex sindaco di Bagheria, il lombardiano Francesco Giuseppe Fricano. Si occuperà di supporto, coordinamento e società partecipate, per un compenso annuo di 52 mila euro. Fricano è stato indagato per concorso esterno in associazione mafiosa per la vicenda relativa alla costruzione del centro commerciale di Villabate. Ma la sua posizione è stata archiviata. E’ stato invece condannato in appello a due anni per bancarotta fraudolenta.
Che strana Provincia quella di Trapani. Si parla tanto di legalità e trasparenza, e poi rischia il forfait dai processi di mafia che si celebrano nel territorio. Ci sono quelli contro Matteo Messina Denaro e i suoi fiancheggiatori. C’è quello, sentitissimo, sull’omicidio di Mauro Rostagno. E altri sui piromani che periodicamente devastano le riserve naturali. La Provincia Regionale di Trapani rischia di non essere più parte civile in questi processi. Oppure, se lo sarà anche in quelli futuri, lo farà con un’apposita delibera, individuando – a caro prezzo – un professionista esterno. Ma come?
Non ci sono i legali alla Provincia di Trapani? Si, ci sono. C’è anche un dirigente degli affari legali, ma con uno degli ultimi provvedimenti dell’ex Presidente Mimmo Turano, lo scorso Luglio, sono stati privati di qualsiasi potere di rappresentanza dell’ente. Insomma, l’avvocatura, in Provincia, è come se non esistesse più. Viene depennata la copertura in ambito penale dalla lista degli affari di cui si possono occupare gli avvocati della Provincia. Casus belli è stata la richiesta degli avvocati di avere pagati i rimborsi per le spese effettuate per seguire le cause per conto dell’Ente. A dare manforte a Turano ci pensa la Corte dei Conti (“agli avvocati non spetta alcun rimborso”) subito smentita dal Giudice del Lavoro.
All’ufficio legale della Provincia sono stati tolti, in quattro anni, 8 impiegati su 16, tagliati tutti i compensi e perfino il rimborso delle spese vive sostenute per raggiungere le sedi giudiziarie e fare le udienze.
Non è un caso che la Giunta provinciale, quando decide di fare la guerra agli avvocati della Provincia, e di non pagare i compensi che il Giudice del Lavoro dice che invece gli spettano, dà l’incarico all’avvocato Girolamo Signorello, avvocato di Castelvetrano, per fornire tutti i pareri necessari contro la “temeraria pretesa” degli avvocati della Provincia ricorrenti.
Lo stesso Signorello (che è stato, tra le altre cose, anche assessore ai lavori pubblici a Castelvetrano) verrà poi nominato a fine Agosto da Turano presidente della Megaservice, il carrozzone della Provincia. Signorello, da sempre vicino al Sindaco di Castelvetrano, Gianni Pompeo, in questa campagna elettorale – dicono i ben informati – sta però sponsorizzando a Castelvetrano proprio Turano.
L’ex Presidente si difende dicendo che contro di lui “è in atto una squallida mascalzonata politica che ferisce per la strumentalità con cui è orchestrata ma che per fortuna non può cambiare le carte in tavola. Pensavo di essere difeso e non di essere isolato”.
Un gran bel pasticcio. Con il concetto di legalità la Provincia di Trapani ha sempre singhiozzato. Tempo fa esisteva l’assessorato alla legalità e trasparenza. L’assessore incaricato era Baldassare Lauria, avvocato penalista.
Tra i suoi clienti di spicco Lauria aveva Vito Roberto Palazzolo, il tesoriere di Cosa nostra. In un altro processo di mafia ha difeso anche il consigliere provinciale Piero Pellerito, poi condannato a 6 anni in primo grado per falso e soppressione di atto pubblico, adesso sorvegliato speciale.
Non è mafioso Pellerito, ma da infermiere avrebbe fatto falsificare un referto medico per un dipendente di un’azienda in odor di mafia. “Se non era per Pitrinu eravamo arruvinati” dicono due mafiosi intercettati al telefono. Nessun problema.
La Provincia di Trapani ha anche un Osservatorio sulla legalità. Chissà scappi qualcosa. È stato istituito nel 2010 proprio su iniziativa di Turano, per zittire chi puntava il dito sulle vicende poco chiare che coinvolgevano l’Ente.
Un osservatorio che, però, non ha mai osservato. Tant’è che non è stato mai collegato all’Ufficio legale della Provincia. E neanche all’Assessorato alla legalità e trasparenza. Ha anche un soprintendente l’Osservatorio, e pagato anche profumatamente: 35 mila euro l’anno. È l’avvocato Salvatore Ciavarino.
Al Soprintendente dell’Osservatorio sono demandate la verifica delle condizioni di legalità e trasparenza delle procedure d’appalto nonché quella di “fatti ed evenienze negative” che riguardano gli amministratori e i burocrati e l’Ente “eventualmente rappresentati anche attraverso esposti anonimi”. Una parola. Ma dell’attività dell’osservatorio non si sa nulla. Eppure di “evenienze negative” ce ne sarebbero parecchie.
L’osservatorio, dati alla mano, non ha mai prodotto un richiamo all’amministrazione, un controllo, un’istanza. Non è intervenuto né sugli amministratori né sui loro atti. Tra questi, neanche i gli 880 mila euro di contributi hanno minimamente solleticato l’Osservatorio.
Oppure il rinnovo del contratto di affitto che la Provincia ha fatto del terreno di sua proprietà, il Feudo Rinazzo: sono 225 ettari, dati in concessione per 20 anni ad un prezzo non proprio di mercato: solo 10.000 euro l’anno. E sul Feudo insiste la richiesta di concessione per la costruzione di un parco eolico. Niente. Di spese pazze, di vuoti etici e di legalità la Provincia ci campa. Fin quando non scompare.