domenica, Novembre 24, 2024
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Questa Provincia s’è abolita da sè

Enti inutili e spreconi, le province? Ma no! Basta guardare quella di Trapa­ni…

Ci sono dentro pure le province, nel pentolone degli enti spendaccioni che di questi tempi fanno tanto parlare di sé. Inoltre molte di quelle adocchiate sono in via d’estinzione, secondo i pro­grammi del governo Monti. Enti inutili e spreconi. Fuori controllo.

Proprio come la Provincia regionale di Trapani, che nei piani del governo do­vrebbe essere tra quelle da depennare. Mimmo Turano, ex presidente della Pro­vincia dimessosi per puntare al comodis­simo scranno dell’Assemblea regionale siciliana, aveva anche provato ad “annet­tere” la città di Menfi, in provincia di Agrigento, per rientrare nei parametri e salvare tutto. Ha anche promesso un as­sessorato ad un menfitano. Niente da fare.

Un’ora prima di dimettersi, Turano mette mano al portafoglio (della Provin­cia) ed elargisce contributi a go-go per circa 880 mila euro. Associazioni cultu­rali, sportive, di tutti i tipi. “Ci sono enti che non hanno un soldo, noi li ave­vamo e li abbiamo spesi”, si difende. Poco male se così si è prosciugato il fon­do di riserva per finanziare progetti ed eventi con pochi partecipanti, altri mai esistiti. Come la famosissima “sagra del­la cassa­tella”.

Ma queste non sono state le ultime e uniche prebende della Provincia di Tra­pani. E’ un ente che da sempre ha finan­ziato sagre ed eventi a volte andati total­mente deserti. Il tutto in nome dello svi­luppo del territorio e del turismo. Eppure se ne sono accorti tutti adesso, soprattut­to i consiglieri di opposizione. Funziona così. Le opposizioni sono ritardatarie per natura. Chiedono al commissario straor­dinario Luciana Giammanco di controlla­re le delibere. “Tutto regolare”, dice. Ma una volta scoppiato il bubbone degli 880 mila euro last-minute, lo stesso Ufficio legale della Provincia prende in mano le carte ed esamina centesimo per centesi­mo i contributi. L’Ufficio smentisce il commissario straordinario: “Le delibere sono irregolari”. Fa niente.

Anche perché la Giammanco, poco dopo, si è apprestata a nominare un con­sulente esterno: l’ex sindaco di Bagheria, il lombardiano Francesco Giuseppe Fri­cano. Si occuperà di supporto, coordina­mento e società partecipate, per un com­penso annuo di 52 mila euro. Fricano è stato indagato per concorso esterno in associazione mafiosa per la vicenda relativa alla costruzione del centro commerciale di Villabate. Ma la sua posizione è stata archiviata. E’ stato invece condannato in appello a due anni per bancarotta fraudolenta.

Che strana Provincia quella di Trapani. Si parla tanto di legalità e trasparenza, e poi rischia il forfait dai processi di mafia che si celebrano nel territorio. Ci sono quelli contro Matteo Messina Denaro e i suoi fiancheggiatori. C’è quello, sentitis­simo, sull’omicidio di Mauro Rostagno. E altri sui piromani che periodicamente devastano le riserve naturali. La Provin­cia Regionale di Trapani rischia di non essere più parte civile in questi processi. Oppure, se lo sarà anche in quelli futuri, lo farà con un’apposita delibera, indivi­duando – a caro prezzo – un professioni­sta esterno. Ma come?

Non ci sono i legali alla Provincia di Trapani? Si, ci sono. C’è anche un diri­gente degli affari legali, ma con uno de­gli ultimi provvedimenti dell’ex Presi­dente Mimmo Turano, lo scorso Luglio, sono stati privati di qualsiasi potere di rappresentanza dell’ente. Insomma, l’avvocatura, in Provincia, è come se non esistesse più. Viene depennata la coper­tura in ambito penale dalla lista degli af­fari di cui si possono occupare gli avvo­cati della Provincia. Casus belli è stata la richiesta degli avvocati di avere pagati i rimborsi per le spese effettuate per segui­re le cause per conto dell’Ente. A dare manforte a Turano ci pensa la Corte dei Conti (“agli avvocati non spetta alcun rimborso”) subito smentita dal Giudice del Lavoro.

All’ufficio legale della Provincia sono stati tolti, in quattro anni, 8 impiegati su 16, tagliati tutti i compensi e perfino il rimborso delle spese vive sostenute per raggiungere le sedi giudiziarie e fare le udienze.

Non è un caso che la Giunta provincia­le, quando decide di fare la guerra agli avvocati della Provincia, e di non pagare i compensi che il Giudice del Lavoro dice che invece gli spettano, dà l’incarico all’avvocato Girolamo Signo­rello, avvo­cato di Castelvetrano, per for­nire tutti i pareri necessari contro la “te­meraria pre­tesa” degli avvocati della Provincia ri­correnti.

Lo stesso Signorello (che è stato, tra le altre cose, anche asses­sore ai lavori pub­blici a Castelvetrano) verrà poi nominato a fine Agosto da Tu­rano presidente della Megaservice, il car­rozzone della Provin­cia. Signorello, da sempre vicino al Sin­daco di Castelvetra­no, Gianni Pompeo, in questa campagna elettorale – dicono i ben informati – sta però sponsorizzando a Castelvetrano pro­prio Turano.

L’ex Presidente si difende dicendo che contro di lui “è in atto una squallida ma­scalzonata politica che feri­sce per la stru­mentalità con cui è orche­strata ma che per fortuna non può cam­biare le carte in tavola. Pensavo di essere difeso e non di essere isolato”.

Un gran bel pasticcio. Con il concetto di legalità la Provincia di Trapani ha sempre singhiozzato. Tempo fa esisteva l’assessorato alla legalità e trasparenza. L’assessore incaricato era Baldassare Lauria, avvocato penalista.

Tra i suoi clienti di spicco Lauria ave­va Vito Ro­berto Palazzolo, il tesoriere di Cosa no­stra. In un altro processo di ma­fia ha di­feso anche il consigliere provin­ciale Pie­ro Pellerito, poi condannato a 6 anni in primo grado per falso e soppres­sione di atto pubblico, adesso sorvegliato specia­le.

Non è mafioso Pellerito, ma da infer­miere avrebbe fatto falsificare un referto medico per un dipendente di un’azienda in odor di mafia. “Se non era per Pitrinu eravamo arruvinati” dicono due mafiosi intercettati al telefono. Nessun problema.

La Provincia di Trapani ha anche un Osservatorio sulla legalità. Chissà scappi qualcosa. È stato istituito nel 2010 pro­prio su iniziativa di Turano, per zittire chi puntava il dito sulle vicende poco chiare che coinvolgevano l’Ente.

Un os­servatorio che, però, non ha mai osserva­to. Tant’è che non è stato mai col­legato all’Ufficio legale della Provincia. E neanche all’Assessorato alla legalità e trasparenza. Ha anche un soprintendente l’Osservatorio, e pagato anche profuma­tamente: 35 mila euro l’anno. È l’avvo­cato Salvatore Ciavarino.

Al Soprintendente dell’Osservatorio sono demandate la verifica delle condi­zioni di legalità e trasparenza delle pro­cedure d’appalto nonché quella di “fatti ed evenienze negative” che riguardano gli amministratori e i burocrati e l’Ente “eventualmente rappresentati anche attra­verso esposti anonimi”. Una parola. Ma dell’attività dell’osservatorio non si sa nulla. Eppure di “evenienze negative” ce ne sarebbero parecchie.

L’osservatorio, dati alla mano, non ha mai prodotto un richiamo all’amministra­zione, un controllo, un’istanza. Non è in­tervenuto né sugli amministratori né sui loro atti. Tra questi, neanche i gli 880 mila euro di contributi hanno minima­mente solleticato l’Osservatorio.

Oppure il rinnovo del contratto di affit­to che la Provincia ha fatto del terreno di sua pro­prietà, il Feudo Rinazzo: sono 225 ettari, dati in concessione per 20 anni ad un prezzo non proprio di merca­to: solo 10.000 euro l’anno. E sul Feudo insiste la richiesta di concessione per la costruzio­ne di un parco eolico. Niente. Di spese pazze, di vuoti etici e di legalità la Pro­vincia ci campa. Fin quando non scom­pare.

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