domenica, Novembre 24, 2024
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Quelli delle barra bravas

Gli ultras violenti degli stadi qui gestiscono in prima persona vari traffici illegali

Le “barra bravas” sono gruppi di ultras violenti, nati nelle “villas miserias” (l’equivalente delle favelas brasiliane) come supporto alle squadre di calcio. Sin dall’inizio hanno potuto godere di svariati privilegi, ad esempio viaggi gratuiti du­rante le trasferte delle squadre da loro so­stenute. Tramite un cre­scente impiego del­la violenza questi grup­pi hanno ottenuto sempre maggiori bene­fici, fino ad affer­marsi come vere e pro­prie “piccole mafie” in grado di gestire traffici di droga, rici­claggio di denaro sporco e servizi di pro­tezione ai calciatori, il tutto con la compli­cità della polizia.

In particolare, a causa di quest’ultimo fattore, il fenomeno delle barra bravas si è sviluppato enormemente. Persino le cari­che più alte delle associazioni calcistiche sembrano non poter nulla davanti a questo problema. Ma come si è arrivati a questo punto? Alla base vi è un intreccio di vio­lenza-denaro-potere: i membri delle barra bravas usano la violenza sia contro i tifosi delle squadre avversarie sia contro i cal­ciatori o i vertici dei club calcistici ai qua­li sono affiliati, per ottenere maggiori van­taggi o per “stimolare” i giocatori a dare il massimo durante le partite; i soldi arriva­no, invece, dalla vendita di gadgets e dei biglietti, dall’assegnazione dei parcheggi a pagamento e dalla protezione ai giocato­ri; il tutto con l’appoggio di agenti e poli­tici corrotti.

Sostenevano la dittatura

È, infatti, quest’ultimo fattore a rendere gli ultras argentini diversi da quelli euro­pei: in Argentina i tifosi violenti fanno parte del sistema calcistico, arrivando a decidere persino dell’acquisto o della ven­dita dei giocatori e fanno capo ai politici corrotti di turno.

Ne sono un esempio eclatante i barras della squadra Quilmes Atlético Club, so­stenitori della dittatura militare (1976-1983) e in seguito dei governi democrati­camente eletti che si fossero dimostrati pronti ad appoggiarli, indipendentemente dall’orientamento politico. Per i membri delle barras contano soltanto i soldi e di conseguenza il sostegno di chi gliene of­fre di più.

I politici, a loro volta, ricorrono all’uso violento degli ultras in quanto vedono questi come una sorta di manodopera tra­mite la quale poter concludere rapidamen­te affari illegali. Non è dunque difficile comprendere come i capi delle barra bra­vas delle squadre più importanti, come ad esempio il River Plate, il Boca Juniors, il Rosario Central ed il Newell’s Old Boys, possano guadagnare cifre che si aggirano attorno agli 11mila euro mensili.

Inevitabilmente tutto ciò rende l’attività della tifoseria violenta appetibile. Il potere e il denaro, inoltre, innescano uno spirito di emulazione che crea ancora più violen­za, sempre più difficile da fermare.

È necessario un intervento decisivo del­le istituzioni per combattere un fenomeno come questo dove si assiste alla crescente collaborazione fra barras, poliziotti e poli­tici, che gestiscono ingenti somme di de­naro agendo nella più totale libertà e im­punità. Nello specifico, le istituzioni ar­gentine dovrebbero eliminare il potere che ha consentito agli ultras di affermarsi fino a diventare gruppi criminali organizzati sia all’interno sia all’esterno degli stadi.

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