Quella sera che l’Italia perse Berlinguer
ITALIA
Ai tempi di Berlinguer
“La politica? E io che c’entro?”. “Bisogna urlare, per farsi sentire”. “Io da grande mi compro il Suv”. “Io mi faccio i fatti miei”. “Tanto non cambia niente”. “Cos’è la mafia?”. “Diritti? Quali diritti?”. L’Italia 2014 non vuole avere illusioni e alla politica – in particolare – non ci crede più da un pezzo. In quelle piazze di Roma, giusto trent’anni fa, non salutammo solo Berlinguer ma la nostra Repubblica.
Scheda
HANNO DETTO (L’UNITA’, 13 GIUGNO 1984)
Riuscì a fare di un ideale un modo d’essere
Caduto in battaglia è una brutta espressione retorica, eppure è così. Berlinguer aveva avvertito che la democrazia italiana sta correndo grandi rischi, che molti valori essenziali che abbiamo cercato di affermare nella società nazionale in questi decenni sono stati minacciati. È tragico, e sembra quasi un ammonimento per noi, che si sia spezzato sotto questa tensione. Fece molto di più di una scelta politica come può essere intesa oggi, si identificò con una causa ideale e ne fece un modo d’essere.
Luigi Pintor
Il suo fascino era la diversità
Il suo fascino era la diversità: non quella tanto inseguita e mitizzata dal comunismo che rigenera il mondo, ma la più reale e radicata del vir probus, del signore vero, del non plebeo. Sì, mi piaceva vederlo nelle tribune politiche e nelle conferenze stampa protetto dalla volgarità come da uno scudo invisibile e impenetrabile; uno scudo di ritrosia e di gelo su cui le parole melense o indecenti, stupide, o perfide si frantumavano.
Giorgio Bocca
Per abbattere il suo progetto ci vollero oscure congiure
Il suo progetto politico era sensato e realistico. Era il progetto di una coalizione democratica: per abbatterlo ci sono volute oscure congiure che si sono valse del terrorismo. E credo poi che Berlinguer sia stato un punto di riferimento anche internazionale per lo sviluppo di una tradizione politica, di una esperienza storica e soprattutto di una morale.
Italo Calvino
Manteneva le promesse
Enrico Berlinguer parlava poco, ma è stato uno dei pochi politici che abbia mai conosciuto che manteneva le promesse. Una piccola cosa, ma che in politica è grande come una montagna.
Enzo Biagi
Se n’è andato un giusto
Faccio mie le parole del presidente della Repubblica Sandro Pertini. Non è giusto, non doveva essere colpito un giusto.
Alberto Moravia
Un programma basilare per il futuro democratico del Paese
Un uomo introverso e malinconico, di immacolata onestà e sempre alle prese con una coscienza esigente, solitario, di abitudini spontanee, più turbato che alettato dalla prospettiva del potere, e in perfetta buona fede di cui ci resta un programma sociale, politico, economico, etico e morale non scritto basilare per il futuro democratico e di progresso del nostro Paese.
Indro Montanelli
Il sogno di una cosa di fronte alla spietatezza del secolo
Aveva imparato bene, da Gramsci, che la verità è sempre rivoluzionaria. E la storia ha talvolta bisogno di un uomo che possegga quell’autorità che deriva soprattutto dal fatto che gli si vuole bene, perché una verità possa essere pronunciata in maniera piena e insospettabile. Attraverso quello che oggi volgarmente viene definito come lo «strappo» e che è in sostanza il corretto restauro del «sogno di una cosa», di fronte alla spietatezza del secolo, la storia, in Berlinguer, ha così trovato il suo uomo.
Edoardo Sanguineti
Seppe dare voce alla rivolta morale di milioni di italiani
Enrico Berlinguer è stato uomo di temi e scelte difficili.
Questo spirito di rivolta morale non è nuovo nella tradizione politica italiana. La novità, e grande, stava pero nel fatto che, questa volta, non c’era solo la disperata e solitaria invocazione di singole personalità o di gruppi ristretti. Enrico Berlinguer stava facendo diventare quella forma di rivolta li patrimonio di milioni di cittadini: qui è l’origine della straordinaria e per molti inaspettata reazione popolare alla sua morte.
Se aveva reso sempre più netti i toni e sempre più incisiva l’azione, era perché si rendeva conto del fatto che i tempi si erano fatti più stretti e che quella rivolta morale era davvero l’arma più temuta dagli avversari, per essi intollerabile. E, così facendo, non lavorava settariamente per sé o per il suo partito, ma per la repubblica.
Stefano Rodotà
Saperne di più
La biografia più bella
– Chiara Valentini, Enrico Berlinguer, Feltrinelli, Milano, 2014, 415 pp, 14 euro
Gli scritti, i discorsi, le interviste
– Enrico Berlinguer, Casa per Casa, Strada per Strada – la passione, il coraggio, le idee, Melampo, Milano, 2013, 400 pp, 17,50 euro
Visto da Sinistra
– Guido Liguori, Berlinguer Rivoluzionario, Carocci, Roma, 2014, 140 pp, 13 euro
– Adriano Guerra, Solitudine di Berlinguer, Ediesse, Roma, 2009, 290 pp, 16 euro