venerdì, Novembre 22, 2024
Storie

Quando la “munnizza” è oro

La Tiritì diventerà, in pratica, la secon­da discarica più grande della Sicilia (su­bito dopo quella di Siculiana, anche quel­la privata) in grado di smaltire 2 mi­lioni e mezzo di rifiuti. Nulla di strano per il governo regionale. La nuova strut­tura è prevista da due anni nelle Linee guida del Piano regionale rifiuti, che ora va in pubblicazione e applicazio­ne.

Eppure, esiste la concreta possibilità di appoggiarsi ad un nuovo polo ecologico nel Calatino, opportunamente distante dal centro abitato, e in tante altre aree.

Non è però vero che i proverbi hanno sempre ragione. Altro che babbi. Per esempio i mottesi hanno tirato fuori la grinta, e non solo quella, nei giorni in cui hanno ini­ziato ad esporre cartelloni nei balconi e nei cancelli delle loro case. La scritta? Uguale per tutti: “Qui noi sentia­mo la puzza”. I mottesi si sono anche stampati delle eleganti magliette: “Io sono di Mot­ta e ho la puzza sotto il naso”, in occasio­ne della manifestazione di protesta del 15 settembre scorso. Il loro sindaco, Angelo Giuffrida, non c’era e la sua assenza non è passata inosserva­ta, seppure tra la folla sfilassero la vice­presidente del consiglio e due assessori .

In effetti il Comune di Motta ha an­nunciato la firma di un protocollo di inte­sa con la società che gestisce l’impianto per “monitorarne l’attività”. Il consiglio comunale ha però approvato un ordine del giorno all’unanimità, dove si chiede all’amministrazione comunale di impu­gnare il Piano regionale dei rifiuti, salvo bocciare la sera stessa un emendamento proposto da tre consiglieri che chiedeva di più. Ossia la trasformazione da “favo­revole” a “sfavorevole” del parere del Comune all’ampliamento stesso della di­scarica. Ma nulla da fare.

Molti in consiglio intrattengono buoni rapporti con la famiglia Proto e poi la di­scarica assicura lavoro (i posti di lavoro sono 124, ma la società è incastonata di una rete di altre società) e nei paesi tutti sono parenti di tutti. Ma la folla di due­mila persone in marcia verso l’impianto -i due comuni hanno protestato per la prima volta insieme-contava più di ogni altra fascia tricolore.

“Con la manifestazione del 15 è inizia­ta una lunga primavera mottese alla ri­conquista della dignità e dei diritti calpe­stati dai rifiuti e dai po­litici che hanno sempre coperto gli inte­ressi imprendito­riali della discarica – spiega Danilo Festa, giovane consigliere comu­nale PD – Tiritì è fuori legge e l’osservan­za delle leggi, per i potenti, non è un semplice obbligo morale ma un ob­bligo giuridico. Per que­sto chiediamo al sinda­co di impugnare il Piano Regionale dei Rifiuti”.

Un pensiero su “Quando la “munnizza” è oro

  • L’oro della munnizza (inteso come prevenzione, recupero da differenziata spinta, riuso. riciclo vero da MPC a Km 0, e quindi meno co2) sarebbe ricchezza e salute quì diventa al contrario oro per pochi… Strategia Rifiuti Zero nei comuni per una raccolta porta a porta, impianti di compostaggio (gia cantierati dalla Regione) subito…. si svilupperebbero aziende del riciclo vero… quindi lavoro, lavoro, lavoro. ADESIONE ALLA DELIBERA RIFIUTI ZERO DA PARTE DELLE AMMINISTRAZIONI, COLLABORAZIONE MASSIMA DEI CITTADINI ALLA DIFFERENZIATA

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