Quando la “munnizza” è oro
A Misterbianco e Motta S.Anastasia l’impianto ammorba l’aria e cresce l’allarme tumori. Dista solo 400 metri dal centro abitato, ma la Regione non la chiude. Anzi, vuole ampliarla
Sperti e babbi, da queste parti, tengono entrambi la finestra chiusa. Gli “sperti”, secondo una filastrocca locale, sarebbero i nativi di Misterbianco, paesone a vocazione commerciale di cinquantamila anime alle porte di Catania. Ma anche ex comune sciolto per mafia.
I “babbi”, invece, gli abitanti di Motta S. Anastasia, paesino dalle radici normanne decisamente più piccolo, anche loro costretti certi giorni a chiudere gli infissi mattina e sera. Pure se fuori il termometro segna 40 gradi.
In questa fetta di hinterland catanese, da quarant’anni i miasmi della discarica di contrada Tiritì avviliscono generazioni di cittadini. Chiuderla? Non se ne parla. La Regione oggi punta all’ampliamento a poche centinaia di metri più in là, in contrada Valanghe d’Inverno.
Misterbianchesi e mottesi sono costretti a respirare la stessa aria ammorbata dall’impianto gestita dalla ditta Oikos, dove la munnizza arriva da tutta la Sicilia orientale, vicinissimo al centro abitato, come dimostra la distanza reale dalle case: 400 metri, contro gli almeno 5 km previsti dalla legge.
Sul fronte della definizioni poi è troppo semplicistico definirla “ecomostro”, come tutti gli impianti benedetti dalle istituzioni e dalle carte “in regola”, nonostante l’evidenza dimostri ben altro. Ma una cosa è certa: si tratta di un affare a nove zeri.
Ci sono poi i dubbi su eventuali conflitti d’interesse. La Oikos potrebbe averne uno: la ditta versa in discarica, e nel contempo è la proprietaria stessa della discarica. La Oikos fa parte del consorzio Simco che è anche una delle aziende che si occupa della raccolta dei rifiuti in alcuni centri etnei per conto della Simeto Ambiente. Come si può avere interesse a incentivare la raccolta differenziata se nel contempo si vuole conferire il più possibile in discarica?
Intanto la Oikos macina spazzatura e milioni di euro. E‘ un buon affare di famiglia. Il proprietario della Oikos si chiama Domenico Proto, e nel consiglio di amministrazione ci sono altri familiari compreso il patriarca Salvatore che fu arrestato il 10 dicembre del 1997 nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti mafiosi per la base Nato di Sigonella, per poi essere assolto in primo grado dalle accuse.
Infine, c’è la vicenda dei tumori che a Misterbianco aumentano. Ne parlano tutti nei bar, nei mercati, nelle piazze. Lo dicono i lutti che qui si usa ancora affiggere nei tabelloni con l’immagine di Padre Pio che benedice, severo. “Tizio e Caio sono morti per tumore… Ancora?”
Già ogni giorno alla Tiritì c’è un via vai di camion dalle discariche di Bellolampo e di Gela. Dopo un alternarsi di vecchie chiusure e riaperture -aperture “provvisorie” dal ‘97 ai giorni nostri, l’accusa di gestione mafiosa ai gestori poi rientrata, interpellanze locali e parlamentari e la promessa poi non mantenuta dal governatore Lombardo, lo scorso febbraio, di dare seguito alla richiesta di revoca in autotutela dell’autorizzazione dell’impianto, la discarica Tiritì che doveva essere tecnicamente “esaurita” il 30 giugno, chiuderà, grazie ad una proroga, tra ulteriori 150 giorni, con la bonifica post mortem imposta dalla legge. Forse.
Questione di tempo, dunque? No, c’è dell’altro. L’intento è di attivare un nuovo ecomostro ampliando di fatto quello già esistente. E anziché chiudere la discarica per sempre, la Regione vuole “ampliarla”, ma in verità si tratta di triplicarla, spostandosi nel terreno adiacente.
L’oro della munnizza (inteso come prevenzione, recupero da differenziata spinta, riuso. riciclo vero da MPC a Km 0, e quindi meno co2) sarebbe ricchezza e salute quì diventa al contrario oro per pochi… Strategia Rifiuti Zero nei comuni per una raccolta porta a porta, impianti di compostaggio (gia cantierati dalla Regione) subito…. si svilupperebbero aziende del riciclo vero… quindi lavoro, lavoro, lavoro. ADESIONE ALLA DELIBERA RIFIUTI ZERO DA PARTE DELLE AMMINISTRAZIONI, COLLABORAZIONE MASSIMA DEI CITTADINI ALLA DIFFERENZIATA