Quando la “munnizza” è oro
La Tiritì diventerà, in pratica, la seconda discarica più grande della Sicilia (subito dopo quella di Siculiana, anche quella privata) in grado di smaltire 2 milioni e mezzo di rifiuti. Nulla di strano per il governo regionale. La nuova struttura è prevista da due anni nelle Linee guida del Piano regionale rifiuti, che ora va in pubblicazione e applicazione.
Eppure, esiste la concreta possibilità di appoggiarsi ad un nuovo polo ecologico nel Calatino, opportunamente distante dal centro abitato, e in tante altre aree.
Non è però vero che i proverbi hanno sempre ragione. Altro che babbi. Per esempio i mottesi hanno tirato fuori la grinta, e non solo quella, nei giorni in cui hanno iniziato ad esporre cartelloni nei balconi e nei cancelli delle loro case. La scritta? Uguale per tutti: “Qui noi sentiamo la puzza”. I mottesi si sono anche stampati delle eleganti magliette: “Io sono di Motta e ho la puzza sotto il naso”, in occasione della manifestazione di protesta del 15 settembre scorso. Il loro sindaco, Angelo Giuffrida, non c’era e la sua assenza non è passata inosservata, seppure tra la folla sfilassero la vicepresidente del consiglio e due assessori .
In effetti il Comune di Motta ha annunciato la firma di un protocollo di intesa con la società che gestisce l’impianto per “monitorarne l’attività”. Il consiglio comunale ha però approvato un ordine del giorno all’unanimità, dove si chiede all’amministrazione comunale di impugnare il Piano regionale dei rifiuti, salvo bocciare la sera stessa un emendamento proposto da tre consiglieri che chiedeva di più. Ossia la trasformazione da “favorevole” a “sfavorevole” del parere del Comune all’ampliamento stesso della discarica. Ma nulla da fare.
Molti in consiglio intrattengono buoni rapporti con la famiglia Proto e poi la discarica assicura lavoro (i posti di lavoro sono 124, ma la società è incastonata di una rete di altre società) e nei paesi tutti sono parenti di tutti. Ma la folla di duemila persone in marcia verso l’impianto -i due comuni hanno protestato per la prima volta insieme-contava più di ogni altra fascia tricolore.
“Con la manifestazione del 15 è iniziata una lunga primavera mottese alla riconquista della dignità e dei diritti calpestati dai rifiuti e dai politici che hanno sempre coperto gli interessi imprenditoriali della discarica – spiega Danilo Festa, giovane consigliere comunale PD – Tiritì è fuori legge e l’osservanza delle leggi, per i potenti, non è un semplice obbligo morale ma un obbligo giuridico. Per questo chiediamo al sindaco di impugnare il Piano Regionale dei Rifiuti”.
L’oro della munnizza (inteso come prevenzione, recupero da differenziata spinta, riuso. riciclo vero da MPC a Km 0, e quindi meno co2) sarebbe ricchezza e salute quì diventa al contrario oro per pochi… Strategia Rifiuti Zero nei comuni per una raccolta porta a porta, impianti di compostaggio (gia cantierati dalla Regione) subito…. si svilupperebbero aziende del riciclo vero… quindi lavoro, lavoro, lavoro. ADESIONE ALLA DELIBERA RIFIUTI ZERO DA PARTE DELLE AMMINISTRAZIONI, COLLABORAZIONE MASSIMA DEI CITTADINI ALLA DIFFERENZIATA