sabato, Novembre 23, 2024

Polis

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Questa non è un’esercitazione

“Non esiste un protocollo che regoli l’azione della polizia in caso di emergenza sanitaria e nè qualcuno ti suggerisce come comportarti, tutto dipende dalla formazione del poliziotto. Io non penso che la città verrà militarizzata, se accadesse ci sarebbero delle restrizioni più incisive che costringerebbero la polizia a essere pedanti.”

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-rete-PolisSocietà

I nuovi poveri

La scomparsa di interi settori economici genererà una crisi a catena che toccherà ogni comparto produttivo. Gireranno meno soldi e anche chi fa lavori prestigiosi sperimenterà la povertà. La risposta potrà essere un reddito universale, che oggi unisce Alexandra Ocasio Cortez e Beppe Grillo.

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Urla contro i fascisti, avvocato deferito all’ordine

Waterloo. Dopo l’ultimo disperato attacco l’esercito francese è distrutto”. Gli inglesi intimano la resa al generale Jean Jacques Etienne di Cambronne che resosi conto della disfatta, risponde soltanto: “Merde!”. Duecentoquattro anni dopo succede a Catania che la Digos della Questura deferisce all’Ordine un avvocato colpevole di aver urlato verso un banchetto di propaganda del partito neofascista Forza Nuova, la stessa parola pronunciata da Cambronne.

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Supereroine

Bellissimi alle manifestazioni, con i loro cartelli di cartone, con le scritte sulla faccia. Non sono reduci, non lo vogliono essere. Non hanno il mito di chi ha lottato prima di loro, sono protagonisti del loro tempo. Sanno di dover combattere una battaglia enorme e sanno pure che non può essere persa. Lontanissima da loro l’immagine del romantico rivoluzionario votato alla sconfitta, del regicida solitario, del Don Chisciotte consapevole della propria inefficacia,. Questi ragazzi assomigliano di più a quei supereroi della Marvel che nonostante tutto riescono a salvare l’umanità e il pianeta dai cattivi. Supereroine, perché questo movimento è guidato ovunque da donne. Una rivoluzione nella rivoluzione, finalmente.

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La città senza asili nido

Nel resto d’Italia si parla di gratuità degli asili nido, di investimenti straordinari sulla prima infanzia, di diritto all’istruzione sin dai primi mesi di vita. A Catania invece gli asili nido pubblici quest’anno non aprono. Nemmeno uno. Bambini a casa, lavoratrici sul lastrico, licenziate da un giorno all’altro e famiglie nel panico per conciliare lavoro e figli.

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