giovedì, Novembre 21, 2024

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Al diavolo Regeni e i diritti umani. L’Eni fa nuovi affari milionari con l’Egitto

Il 1° dicembre 2020 al Cairo, l’ENI, il colosso degli idrocarburi controllato in parte dallo Stato italiano, ha firmato una serie di accordi con la Repubblica Araba d’Egitto e le due aziende pubbliche egiziane che operano nel settore petrolifero e dell’estrazione del gas naturale (l’Egyptian General Petroleum Corporation e l’Egyptian Natural Gas Holding Company) per riavviare la funzionalità dell’impianto di liquefazione della città portuale di Damietta, nel Delta del Nilo, a partire del primo trimestre del 2021. L’impianto, fermo da otto anni, ha una capacità di 7,56 miliardi di metri cubi di gas all’anno ed è di proprietà della SEGAS, società partecipata dalle due holding egiziane e dall’ENI attraverso l’Union Fenosa Gas (joint venture tra il gruppo italiano e la spagnola Naturgy Energy SA).

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“E io pedalo!”

Qualche giorno fa, infatti, la firma del nuovo contratto nazionale del lavoro tra Assodelivery, associazione delle principali compagnie di cibo a domicilio, come Glovo, Just eat e Deliveroo, e Ugl, è piaciuta talmente tanto ai riders di tutta Italia, che la loro gratitudine è stata immediata: “Non si tratta di un accordo, ma dell’ennesima imposizione di condizioni di precarietà e ricatto, ed è addirittura peggio della legge Catalfo – Di Maio dello scorso novembre.”

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Popcorn ed amuchina

A Catania l’Arena Argentina si è affermata col passare degli anni, divenendo un appuntamento fisso per gli appassionati del cinema e non solo. Come una ventata d’aria fresca, ha garantito spazi di socializzazione in una città, sempre di più, svuotata dal caldo asfissiante. Che il cinema costituisca un momento di aggregazione culturale, apprezzato da tutti, non è una novità, eppure il rischio che col virus neanche la stagione estiva iniziasse era elevato

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Una montagna di melma

Alla foce del fiume Simeto, sulla playa di Catania, ogni anno, le tartarughe Caretta Caretta depongono le loro uova. Da sole, piccole piccole, in estate lasciano i nidi, attraversano le dune di sabbia e si gettano in mare. In quello stesso mare è sversato il percolato proveniente dalla discarica della società “Sicula Trasporti” della famiglia Leonardi: una immensa montagna di spazzatura che domina la riserva naturale. Ora è intervenuta la magistratura, hanno arrestato i Leonardi e hanno sequestrato la discarica.

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