Pezzi di classe dirigente
Elezioni all’Ordine dei medici di Catania…
Quel giorno, davanti alla sede dell’Ordine dei medici di Catania, gli uomini di Raffaele Lombardo distribuivano volantini a sostegno del loro candidato, Massimo Buscema, vent’anni fa consigliere comunale della Rete e adesso approdato alla corte del Mpa, dopo un cursus honorum maturato nelle parrocchie del centrosinistra prima e del centrodestra dopo. Buscema ce l’ha fatta ed è diventato il neo presidente dei medici catanesi. C’è una foto che spiega meglio di qualsiasi cronaca quel che avvenne in quella giornata di dicembre dell’anno scorso: si vede un crocchio di personaggi che confabulano davanti alla sede dell’Ordine e tra questi si riconoscono Francesco Calanducci, medico e deputato regionale Mpa (quello che parla al cellulare), alla sua destra Nicola D’Agostino, deputato regionale Mpa e, alla destra di D’Agostino, Mario Chisari, medico ed ex vicesindaco di Stancanelli in quota autonomista. Staccatosi dal gruppetto poco prima dello scatto, c’era anche l’ex braccio destro di Lombardo Lino Leanza, che di recente ha mollato il partito, fiutati i venti di crisi.
Quella dell’Ordine dei medici era certamente un’elezione chiave per il potere lombardiano, ma serviva soprattutto per mettere alla porta il presidente uscente, Giansalvo Sciacchitano, colpevole di avere fatto, un anno fa, un esposto alla Procura di Roma contro le spese folli dell’Enpam (di cui è consigliere nazionale), l’ente pensionistico dei medici che brucia milioni di euro investendo in titoli tossici e svende gli immobili di proprietà (uno di questi al paternese Ligresti, che poi l’ha rivenduto al doppio).
“Te la faremo pagare a Catania”, l’aveva avvertito uno dei dirigenti dell’Enpam. E così è stato. Del resto la sanità catanese non può permettersi una persona che in città rappresenta, insieme a pochissimi altri medici, l’ultima trincea contro lo strapotere di Lombardo e che per di più ha l’occhio vigile sui bilanci. Per fare un esempio, durante la gestione Sciacchitano, l’addetto stampa era un professionista pagato cinquemila euro l’anno. Adesso ne hanno scelto uno di minore esperienza e che ne prende il triplo. Poteva mai rimanere a presiedere l’Ordine dei medici etnei un tipo così? Mentre scriviamo, giunge voce autorevole da Roma che vogliono destituire Sciacchitano dal consiglio dell’Enpam.