Peior de cinere surgo
Scrivono Meridionews e Livesicilia che il nome di Melo Raciti si trova nelle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia quale “personaggio di riferimento per alcune attività lecite” del clan mafioso “Santapaola-Ercolano”, che Raciti è un “imprenditore strettamente correlato al” boss “Maurizio Zuccaro”, che è “persona vicina ai Santapaola”. “Le Capannine sono di Maurizio Zuccaro” dichiara il pentito Salvatore Viola.
Melo Raciti è il proprietario del lido Le Capannine. Il figlio Salvatore è stato arrestato nel gennaio 2020 per possesso illegale di armi e munizioni e denunciato per detenzione di stupefacenti e falsificazione monetaria. Dagli sviluppi di quelle indagini è stato rinvenuto, sotterrato sotto la sabbia adiacente al lido Le Capannine, un arsenale di armi e munizioni. 24 pistole, 6 fucili (semiautomatici, a pompa, doppiette a canne mozze), una mitragliatrice e un kalashnikov, tutte con la matricola cancellata; tremila cartucce di vario calibro (tra le quali munizioni da guerra e alcune simili a quelle in uso a forze di polizia); materiale d’armamento vario costituito da cinturoni, fondine, caricatori di munizioni e kit pulizia armi. La figlia di Melo Raciti, Francesca, è stata la consigliera comunale del PD più votata a Catania nel 2013, eletta nello stesso anno Presidente del Consiglio Comunale. Il suo ruolo è stato oggetto dell’attenzione di Prefettura di Catania e Commissione Nazionale Antimafia.
Rappresentanti istituzionali della città, organi di stampa, esponenti politici e sociali non hanno provato alcun imbarazzo a chiedere immediati ristori e a solidarizzare con la famiglia Raciti per l’incendio che ha coinvolto anche la loro attività imprenditoriale.
Nessuna parola delle Istituzioni, nessuna promessa di interventi urgenti, nessuna indignazione è stata invece espressa per l’incendio che ha devastato l’Oasi del Fiume Simeto, riserva naturale tra le più importanti della Sicilia. Solo Legambiente è intervenuta per denunciare il paradosso.