Pasta Amara
È l’ultimo cioccolattiere ambulante di Modica, Luigi Baglieri. Casa per casa, via per via per vendere quel pezzo di dolcezza realizzato con la ricetta “più artigianale che esista, non quelle che alcuni fanno ora”.
Lo ho seguito per giorni Ivano Fachin, un giovane regista modicano che per anni ha vissuto tra Perugia e New York, se ne è innamorato e alla fine ha realizzato il documentario Pasta amara.
È un uomo d’altri tempi il signor Baglieri. Laborioso, umile, generoso. “È un uomo irripetibile, rappresenta il nostro patrimonio immateriale più grande – dice Ivano – mi ha subito affascinato. Me lo hanno presentato lo chef Carmelo Chiaramonte e Franco e Pierpaolo Ruta dell’antica dolceria Bonajuto, che ha collaborato al progetto”. Chi conosce il signor Baglieri rimane colpito per la sua intelligenza, l’acume e la dedizione.
“E anche per il suo bellissimo giardino – interviene il regista di Pasta Amara – dove ha quello che lui chiama l’asilo: un piccolo angolo in cui fa crescere le piantine più piccole per piantarle nella terra”.
Ivano ha passato tanto tempo con l’ultimo cioccolataio ambulante. Ne ha studiato il linguaggio, i gesti, la storia.
“Lui ripete spesso le cose due volte, un suo modo divertente di sottolineare i concetti alla fine del discorso, e io per molto tempo ho fatto altrettanto, ma su di me aveva un effetto davvero buffo”, ricorda il regista.
Anche Ivano è sempre più un pezzo importante di Modica. Tanti i riconoscimenti ricevuti. L’ultimo a Torino: è stato selezionato tra i dodici finalisti del laboratorio di scrittura FictionLab, il laboratorio di scrittura organizzato dalla Film Commission Torino Piemonte, volto a sviluppare progetti di fiction televisive.
Ivano ha trascorso tanti anni all’estero per formarsi fino al ritorno nella sua città. “Stare fuori è stata un’esperienza magnifica che mi ha cambiato. Mi ha anche insegnato ad amare la mia città, a percepirla in una prospettiva diversa, vederne i punti di forza proprio grazie al fatto di vederne i limiti. E mi ha insegnato il valore profondo e inestimabile della diversità”.
Non è la prima volta che mette davanti alla telecamera un “superstite” di una professione perduta. Prima del signor Baglieri è toccato a don Giugginu, il gelataio ambulante.
“Non volevo realizzare qualcosa che potesse assomigliare al lavoro precedente. Ma come tutte le belle storie, poi decidono per te”. Non si ferma qui, Ivano. Tra poco sarà ultimato Americazuela, un documentario sull’emigrazione siciliana in Venezuela. “Poi c’è anche qualcos’altro, ma non lo dico, sono scaramantico”, sorride Ivano.