domenica, Novembre 24, 2024
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Palermo estate ’84

Inchieste sulla mafia e feste musicali: i Sicilia­ni giovani di allora…

La storia dei Siciliani Giovani a Palerm­o inizia nell’estate dell’84. All’ini­zio eravamo in pochi: Fabio, Sergio, Pip­po, Giorgio, Nicola, Oreste. Alla prima riu­nione ricordo che da Catania venne Ric­cardo. Eravamo ospiti nella sede degli anarchici, in uno di quei vecchi palazzi delo centro storico dietro Via Roma.

Ci vedevamo tutti i pomeriggi del unedì con la convinzione che il potere politico-mafioso non può essere sconfitto soltanto dall’intervento repressivo di qualche isti­tuzione ma da una grande battaglia cultu­rale e di civiltà da vincere col contributo di ogni cittadino.

Dopo le prime riunioni incominciammo a stabilire vari contatti di collaborazione con la società civile: ci si divideva i com­piti, chi doveva andare alle assemblee del coordinamento antimafia, chi a parlare con i vari gruppi universitari.

Iniziammo a lavorare molto nelle scuole con la presentazione del giornale agli stu­denti delle medie. Il grande entusiasmo che avevamo! Ricordo anche l’amarezza quando qualche preside “progressista” ci negava l’incontro con i ragazzi perché in giro si diceva che questi dei Siciliani sono degli imprudenti : spesso vedono mafia dove non c’è e quindi è meglio non farli entrare nelle scuole. Ricordo anche una sera al quartiere Brancaccio, in una scuola serale, l’incon­tro con gli studenti lavorato­ri che frequen­tavano il corso delle famose 150 ore, e l’intimidazione che subimmo la sera stessa dopo l’assemblea.

Una delle iniziative più partecipate fu quando all’interno della cittadella univer­sitaria organizzammo una grande assem­blea su come la mafia era diventata Stato, e subito dopo una grande festa con vari gruppi musicali.

E subito cominciarono le intimidazioni

Fra le tante cose decidemmo di fare un’inchiesta sull’edilizia scolastica. In quel periodo un modo di fare affari col comune in campo di edilizia scolastica era il se­guente: qualcuno negli uffici del comu­ne dimentica di pagare l’affitto di un loca­le adibito ad uso scolastico. Il proprietar­io, vistosi non pagato, sfratta il co­mune a metà anno scolastico. Nel caos che si vie­ne a creare si fa avanti il costrut­tore di turno che offre il suo palazzo ad un prez­zo otto volte maggiorato.

Consultando i fascicoli ci chiedemmo come mai dopo un anno alla voce spese del comune di Palermo per edilizia scola­stica il costruttore in questione risulta aver ottenuto lo stesso il contratto a quel prez­zo fino al ’91.

Risulta sempre più chiaro come la mafia non sia altro che un intreccio di compo­nenti che diventano potere e che hanno una vasta aderenza alle istituzioni. Potreb­be esistere uno stato senza mafia, ma non una mafia senza stato.

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