domenica, Novembre 24, 2024

Periferie

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I martiri di Corso Martiri

Catania. Un grande spazio “vuoto”, residuo dello sventramento edilizio degli anni Sessanta. Vuoto per modo di dire, perché – accampati alla meglio – ci vivono decine di esseri umani. Dove andranno a finire, ora che le ruspe degli imprenditori tornano a finire il “lavoro” interrotto cinquant’anni fa? Chi lo sa. Sono soltanto persone. Mentre a Catania contano solo i soldi e chi li fa girare. Legalmente o no

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-mensile-Periferie

Angela e il Cavaliere

Era il 1964 quando Angela viveva in contrada Moncada a Librino. Insieme ai suoi genitori. Lei aveva i capelli castani, gli occhi dello stesso colore, alta, un corpo esile ma forte. Il padre era un uomo di quarant’anni, aveva gli stessi occhi della figlia; i capelli brizzolati, alto, robusto e due mani ruvide rovinate dal lavoro in campagna

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-rete-CronacaPeriferie

Librino, 22 milioni di euro ai Massimino
Con il debito, Comune (e inquilini) nei guai

Tre grandi torri a Librino, due delle quali vendute al Comune etneo nel 1989. Che, per un piccolo debito mai pagato, dovrà sborsare ora milioni di euro. «La scelta di non ricorrere in appello contro la decisione del giudice è stata voluta» spiegano i legali dell’amministrazione. Nel frattempo i proprietri, figli dell’ex presidente del Calcio Catania, non hanno ancora richiesto i soldi. Forse una strategia: «Cederanno il credito a una società più grossa, insieme alla terza torre disabitata». L’alternativa, lo sfratto di 138 famiglie. Che ignorano la storia. Guarda le foto

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-mensile-FotografiaPeriferieReportage

Quartieri dall’alto

Agglomerati grigi, case su case, mancanza di spazi verdi, scheletri di cemento incompiuti, assenza di luoghi di aggregazione sociale che non siano biliardi e circoli per anziani gestiti da una fatiscente presenza politica. All’essere umano che vi abita tutto sembra, o diventa col tempo, tragicamente normale. Perché vengono progettati così certi quartieri periferici? A quale scopo?

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CronacaPeriferieSocietà

NoMUOS: appello per la manifestazione nazionale del 6 ottobre a Niscemi

Vogliamo la smilitarizzazione della base americana di Sigonella, da riconvertire in aeroporto ci­vile internazionale.
Vogliamo che il governo, che taglia le spese sociali aumentando ogni genere di tasse per salvare il capitale finanziario ed il debito delle banche, tagli invece le spese militari.
Vogliamo che la Sicilia sia una culla di Pace al centro di un Mediterraneo mare di incontro, di convivenza e di cooperazione tra i popoli.

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