#OriolesAdHonorem, per Iacopino è no
Avevamo lanciato un Appello a favore di Riccardo Orioles, direttore de “I Siciliani Giovani” che una decina di giorni fa ha rischiato la radiazione dall’Ordine dei Giornalisti perché impossibilitato a pagare le quote di iscrizione. Chiedevamo all’Ordine di conferirgli la tessera onoraria, già riconosciuta in altre occasioni. Raccolte più di 500 firme, tra cui quella di Don Ciotti, Corrado Stajano e moltissimi altri autorevoli esponenti della società civile, abbiamo inviato il tutto al Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia e per conoscenza a quello nazionale, Enzo Iacopino.
Il 13 ottobre proprio quest’ultimo ci rispondeva con le seguenti parole:
Apprezzo le intenzioni. Mi permetto di ipotizzare che nessuno dei firmatari voglia sollecitare una violazione della legge che non consente questa soluzione.
CordialmenteEnzo Iacopino
Questa la risposta di Pierpaolo Farina, ideatore di WikiMafia, inviata il 16/10/2015 allo stesso Iacopino:
Gentile Presidente Iacopino,
la ringrazio per la celere, anche se stringata, risposta, benché francamente non ne possa condividere i contenuti. Ci tengo a confortarla del fatto che nessuna delle centinaia e autorevoli firme arrivate da tutta Italia avesse l’intenzione di sollecitare una violazione della legge: non sarebbe nella nostra natura. Semplicemente si chiedeva all’Ordine dei Giornalisti della Sicilia di dare un riconoscimento simbolico a Riccardo Orioles.
Prendiamo atto che Lei, in qualità di Presidente nazionale, non vuole farlo. Sì, non vuole, perché non è vero che non può: nella storia degli ordini regionali e anche in quella nazionale la famosa tessera ad honorem è stata concessa, quindi, visti i precedenti, non è ben chiaro perché non si possa esaudire una richiesta che viene anche da autorevoli (ed esperti) membri dell’Ordine che presiede.
Quello che Lei non ha capito è che, a differenza delle eccezioni alla legge che la storia dell’Ordine ha concesso, noi non siamo qui a chiederle nessun trattamento di favore, molto semplicemente perché non siamo soliti chiedere favori, essendo una prerogativa delle società dominate dal fenomeno mafioso. Le quote di Riccardo Orioles verranno infatti pagate regolarmente dai suoi amici e colleghi, essendo lui impossibilitato a farlo per le sue condizioni materiali. Non è questo il punto.
Il punto è che Orioles, a prescindere dal reddito e dalle sue scelte professionali, onora da 40 anni la professione di giornalista, e continuerà a farlo, con o senza una tessera ad honorem o altri riconoscimenti, coerentemente con il ruolo che lo spirito della nostra Costituzione affida alla stampa: quello di non piegarsi mai di fronte al più forte e raccontare sempre la verità, anche se comporta rinunce, pericoli, isolamento, solitudine e povertà materiale.
Questo è il sacro dovere di un giornalista e se il suo Ordine è in palese crisi è perché di Riccardo Orioles non ce ne sono abbastanza. Ce ne saranno però in futuro, perché Orioles non si è limitato a combattere le battaglie per la libertà e la democrazia di questo paese ma ha insegnato e insegna a decine e decine di giovani in tutta Italia a fare lo stesso, a non mollare mai, a non piegare mai la testa al prepotente e al mafioso di turno.
Ben pochi giornalisti possono vantare la stessa coerenza morale e civile, eppure voi stavate per cancellare dall’albo degli iscritti un Giornalista con la g maiuscola per 1384 euro di quote non pagate, dimostrando di attaccarvi a un’idea di giornalismo formale e burocratica che è la vera tragedia di tutta questa faccenda.
Un formalismo burocratico che la declinazione lombarda dell’Ordine non ha riservato, ad esempio, ad Ugo Stille, quando in quattro e quattr’otto, per permettergli di assumere la carica di direttore del Corriere della Sera, gli conferì la tessera ad honorem, perché fino a quel momento Stille, da corrispondente per gli USA, non aveva mai avuto la necessità di quel riconoscimento per esercitare coerentemente la sua professione di Giornalista.
Anche Riccardo Orioles non avrebbe bisogno della tessera ad honorem, così come di nessun’altra tessera per esercitare la professione, perché lui è e sarà sempre un Giornalista giornalista (per usare l’espressione di Giancarlo Siani), ma proprio per continuare a tenere in vita “I Siciliani Giovani”, di cui facciamo fieramente parte come WikiMafia, quella tessera in tasca deve avercela.
Prendiamo atto quindi della sua legittima posizione, ma non possiamo condividerla, perché significherebbe sposare l’idea, oramai prevalente nell’opinione pubblica, di un’inutilità di fondo dell’Ordine che presiede, cosa che non abbiamo intenzione di fare.
La ringraziamo comunque ugualmente per quello che avrebbe potuto fare ma non ha fatto.
Cordialmente,
Pierpaolo Farina
WikiMafia – Libera Enciclopedia sulle Mafie
Questo, nella migliore delle ipotesi, accade quando la presidenza di un ordine viene affidata non ad un militante ma ad un burocrate. Nella caso peggiore, quale a me appare essere questo, si rileva l’indifferenza “istituzionale” rispetto a problematiche individuali legate ad una iniziativa editoriale minore, geograficamente e culturalmente distanti da chi, a vario e non sempre adeguato titolo, decide sui comportamenti da tenere e sulle scelte da operare. Viva i Siciliani giovani.