giovedì, Novembre 21, 2024
SatiraStorie

“Ora vado in Sezione”

Al quarto piano, davanti al televisore, l’anziano pensionato decide che bisogna fare qualcosa

Tagli. Spending review. Art. 18. Licen­ziamenti. Crisi.

Non poteva, come tutte le sere, mace­rarsi solitario davanti alla televisione. Bi­sognava agire, insieme, collettivamente.

Ma come?

E con chi? Alla sua età, poi, in effetti ormai terza di diritto?

Questo rimuginava l’anziano pensiona­to del quarto piano su una cosa, almeno, sbagliandosi. Non era solo, infatti, dato che le sue serate, come quelle di quasi tutto lo stabile, erano accuratamente os­servate dalla signora del quinto piano del palazzo di fronte. Ma, ahilei, per quanto lo riguardava, si trattava di spettacoli poco stimolanti: non un pettegolezzo se­rio poteva essere creato su un pensionato vedovo che non riceveva nessuno, con orari regolari come un cronometro e che passava le serate davanti alla televisione. Altri piani erano certamente più interes­santi. Eppure, alla curiosa signora, quel pensionato “non la raccontava giusta” ed era certa che sarebbe riuscita prima o poi a smascherarlo.

La crisi, si diceva. Una sera, apparen­temente uguale a tutte le altre, il pensio­nato si rammentò che non distante sorge­va una veneranda sezione del Parti­to. Il quale Partito ormai era trapassato, ma, forse, al suo posto ci sarebbe stato un qualche erede variamente nominato. Cer­tamente lì si sarebbe discusso e, for­se, lottato. Bisognava tentare.

Infrangendo consolidate tradizioni, il pensionato spense quindi il deprimente dibattito televisivo e si vestì di tutto pun­to, smettendo la logora vestaglia. La cosa destò la sfrenata curiosità della signora di fronte, un po’ depressa perché la vispa inquilina dell’appartamento più interes­sante (il terzo piano) era già in vacanza.

Aiutata da un antico binocolo da tea­tro, seguì quindi con lo sguardo il pen­sionato mentre usciva e si dirigeva verso un cor­tiletto appartato, dietro l’isolato di fonte. Lì sorgeva quella famosa sezione davanti alla quale, essendo così nascosta, il pen­sionato non passava da anni. La si­gnora abitava in un appartamento con strategi­co doppio affaccio, il secondo dei quali dava sul retro, proprio su quel cor­tiletto. E quando vi vide incedere il suo caro spiato “lo sapevo, io!”esclamò trionfante.

Luci rosse brillavano sulla porta, e ciò la­sciò dapprima perplesso l’anziano si­gnore, che si sforzò di attribuire all’avvento della tecnologia la sostituzio­ne delle ros­se bandiere con più moderne luci sfavill­anti. Avvicinandosi non poté non no­tare, seppur ancora da lontano, la trionfa­le scritta “Privé” che, pensò ma­gnanimamente, forse rendeva noto che erano am­messi solo iscritti al partito.

Ma, avvici­nandosi ulteriormente, co­minciò a rasse­gnarsi al fatto che, forse, qualcosa era cambiato. Alle pareti le foto erano ispira­te al realismo, ma non esatta­mente del tipo socialista, e l’abbiglia­mento dei mi­litanti e, soprattutto, delle militanti, non pareva ispirato alla sobrie­tà rivoluziona­ria. “Lo sapevo, lo sapevo!” gongolava intanto, dall’alto e da lontano, la curiosa signora.

Al pensionato non restò altro che tor­nare lentamente a casa, dove si spogliò, reindossò la logora vestaglia e si riacco­modò sulla vetusta poltrona in pelle di un animale la cui specie, probabilmente, era nel frattempo estinta.

Accese il televisore sintonizzandosi ca­sualmente su un qualunque canale locale. Parlavano di calciomercato ma lui, coi pensieri, era altrove, in un altro tempo. E così, tra una trattativa e un ingaggio mi­lionario, sotto lo sguardo vigile della si­gnora, s’addormentò. Più in là, nella not­te, le programmazioni normali terminaron­o e, mentre sognava inquieto, appar­vero pubblicità di chat accompa­gnate da immagini alquanto esplicite.

“Lo dicevo io. – gongolò l’insonne si­gnora – Lo dicevo che in fondo è solo un vecchio maiale”.

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