“Ora vado in Sezione”
Al quarto piano, davanti al televisore, l’anziano pensionato decide che bisogna fare qualcosa
Tagli. Spending review. Art. 18. Licenziamenti. Crisi.
Non poteva, come tutte le sere, macerarsi solitario davanti alla televisione. Bisognava agire, insieme, collettivamente.
Ma come?
E con chi? Alla sua età, poi, in effetti ormai terza di diritto?
Questo rimuginava l’anziano pensionato del quarto piano su una cosa, almeno, sbagliandosi. Non era solo, infatti, dato che le sue serate, come quelle di quasi tutto lo stabile, erano accuratamente osservate dalla signora del quinto piano del palazzo di fronte. Ma, ahilei, per quanto lo riguardava, si trattava di spettacoli poco stimolanti: non un pettegolezzo serio poteva essere creato su un pensionato vedovo che non riceveva nessuno, con orari regolari come un cronometro e che passava le serate davanti alla televisione. Altri piani erano certamente più interessanti. Eppure, alla curiosa signora, quel pensionato “non la raccontava giusta” ed era certa che sarebbe riuscita prima o poi a smascherarlo.
La crisi, si diceva. Una sera, apparentemente uguale a tutte le altre, il pensionato si rammentò che non distante sorgeva una veneranda sezione del Partito. Il quale Partito ormai era trapassato, ma, forse, al suo posto ci sarebbe stato un qualche erede variamente nominato. Certamente lì si sarebbe discusso e, forse, lottato. Bisognava tentare.
Infrangendo consolidate tradizioni, il pensionato spense quindi il deprimente dibattito televisivo e si vestì di tutto punto, smettendo la logora vestaglia. La cosa destò la sfrenata curiosità della signora di fronte, un po’ depressa perché la vispa inquilina dell’appartamento più interessante (il terzo piano) era già in vacanza.
Aiutata da un antico binocolo da teatro, seguì quindi con lo sguardo il pensionato mentre usciva e si dirigeva verso un cortiletto appartato, dietro l’isolato di fonte. Lì sorgeva quella famosa sezione davanti alla quale, essendo così nascosta, il pensionato non passava da anni. La signora abitava in un appartamento con strategico doppio affaccio, il secondo dei quali dava sul retro, proprio su quel cortiletto. E quando vi vide incedere il suo caro spiato “lo sapevo, io!”esclamò trionfante.
Luci rosse brillavano sulla porta, e ciò lasciò dapprima perplesso l’anziano signore, che si sforzò di attribuire all’avvento della tecnologia la sostituzione delle rosse bandiere con più moderne luci sfavillanti. Avvicinandosi non poté non notare, seppur ancora da lontano, la trionfale scritta “Privé” che, pensò magnanimamente, forse rendeva noto che erano ammessi solo iscritti al partito.
Ma, avvicinandosi ulteriormente, cominciò a rassegnarsi al fatto che, forse, qualcosa era cambiato. Alle pareti le foto erano ispirate al realismo, ma non esattamente del tipo socialista, e l’abbigliamento dei militanti e, soprattutto, delle militanti, non pareva ispirato alla sobrietà rivoluzionaria. “Lo sapevo, lo sapevo!” gongolava intanto, dall’alto e da lontano, la curiosa signora.
Al pensionato non restò altro che tornare lentamente a casa, dove si spogliò, reindossò la logora vestaglia e si riaccomodò sulla vetusta poltrona in pelle di un animale la cui specie, probabilmente, era nel frattempo estinta.
Accese il televisore sintonizzandosi casualmente su un qualunque canale locale. Parlavano di calciomercato ma lui, coi pensieri, era altrove, in un altro tempo. E così, tra una trattativa e un ingaggio milionario, sotto lo sguardo vigile della signora, s’addormentò. Più in là, nella notte, le programmazioni normali terminarono e, mentre sognava inquieto, apparvero pubblicità di chat accompagnate da immagini alquanto esplicite.
“Lo dicevo io. – gongolò l’insonne signora – Lo dicevo che in fondo è solo un vecchio maiale”.