Nuovo capitolo per l’ex Experia
La notizia di oggi la aspettavamo, ne eravamo praticamente certi, ed infatti è successo: La Regione assegna in comodato d’uso permanente (cioè per sempre) un bene che è stato restaurato, ristrutturato e ridefinito con una somma ingente disposta dalla Sovrintendenza Regionale nell’idea di fornire un Auditorium all’ERSU di Catania (che in verità declinò l’offerta ma i lavori vennero effettuati ugualmente).
Ovviamente siamo contenti che L’Università acquisisca un bene utile alla didattica ma tuttavia non possiamo non notare come tutta l’operazione sia in realtà preordinata e vede coinvolti gli stessi attori di sempre: Sovrintendenza, Università, Regione con l’aggravante della macchinazione in danno della città che continua a scontare processi di disequilibrio specie in un quartiere come l’Antico Corso che, pur custode di notevoli testimonianze Archeo/Storiche viene utilizzato come area di “espansione” edilizia, guarda caso, ad esclusivo beneficio dell’Ateneo catanese. Sotto questo maglio è andata perduta la Domus romana che insisteva alla base della collina di Montevergine, il sottostrato archeologico esistente la dove sono stati effettuati gli scavi per l’impianto dei sistemi di climatizzazione (che hanno, fra l’altro, creato un problema di agibilità al piano superiore poiché diviene impossibile installare opportune vie di fuga in area “sicura”).
Ecco, il piano superiore, quello utilizzato dalla “Manzoni” che ha cessato la propria esistenza anche grazie alla riduzione degli spazi non normalizzabili. Eppure un centro EDA in area centrale a forte rischio sociale doveva avere la sicura priorità rispetto ad altre scelte, eppure nessuno si curò del reperimento di fondi per effettuare quelle manutenzioni che avrebbero assicurato la vita stessa del presidio. Adesso aula per la didattica in tempo del COVID, ma gli altri plessi, quelli Ospedalieri che potevano rappresentare ristoro per le esigenze didattiche dei Licei presenti fra Antico Corso e Cappuccini, continuano ad essere “off limits” per un uso altrettanto logico e “sociale”. A sentire, come presentazione del concerto a Villa Bellini (Spettatori di fatto coscritti al comizio elettorale; una delle punte più basse della politica regionale) la massima carica istituzionale regionale tutto avrà riuso con vari impieghi e parti destinate all’Ateneo. Oggi vogliamo sapere: quale e quanta area farà parte del patrimonio immobiliare dell’ente (in proprietà esclusiva) e quale il posizionamento degli edifici in una manovra utile a “strangolare” o a rendere estremamente difficoltoso qualsiasi altro diverso uso (non diciamo il Museo che installato con i soldi della collettività andrà ancora a patrimonio dell’Ateneo). Restano insoluti i nodi della residenzialità dei fuori sede ma soprattutto nella politica regionale e locale il problema dell’housing sociale e della risposta ai fabbisogni abitativi di emergenza. Di presidio primario di prossimità sanitaria, nessun cenno, tanto la sanità Svizzera è a disposizione delle classi più disagiate della città.