giovedì, Novembre 21, 2024
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Non lasciateci bruciare vivi

È un evento molto strano – dice Miguel – perché la base del bosco è molto umida e paludosa nell’Amazzonia peruviana. Di fronte ad un incendio del genere è logico che l’umidità non impedisca l’avanzamento del fuoco, è inevitabile che si espanda.

Miguel è un proprietario terriero sulla sessantina d’anni che cura piantagioni di soia, riso e cacao, ma nella bassa Amazzonia, a confine con il Perù. Vive in città, a pochi chilometri dal bosco e ogni giorno parte alla volta del suo terreno.

Ad agosto migliaia di incendi hanno colpito l’Amazzonia, la foresta tropicale più estesa del Pianeta, che è compresa tra Bolivia, Brasile, Paraguay, Perù, Colombia, Venezuela, Ecuador, Guyana, Guyana francese e Suriname. La foresta conserva il 20% dell’acqua globale e il 10% delle specie animali, inoltre immagazzina il 25% del carbonio presente sulla Terra. Le fiamme che stanno consumando l’Amazzonia riguardano tutto il Pianeta: aumentano gli incendi, aumentano le emissioni di gas serra. Queste liberano carbonio nell’atmosfera e provocano l’innalzamento delle temperature che, a loro volta. favoriscono eventi metereologici estremi. Quello che sembra essere un problema circoscritto all’America del Sud, riguarda anche noi italiani, basta aprire gli occhi

A tutto ciò si somma il fenomeno della deforestazione che stravolge giorno per giorno l’umidità del suolo” dice Miguel.

” Non è possibile che si sia incendiata un’area così vasta della foresta così, da sola, senza che sia intervenuto l’essere umano, questi paesaggi verdi sono caratterizzati da cortecce umide tanto nel suolo quanto nei tronchi degli alberi” afferma Julio, il fratello di Miguel, anche lui si occupa di piantagioni nella bassa Amazzonia.

In teoria l’uomo disbosca una parte piccola della foresta: lascia seccare gli alberi caduti ed in seguito aggiunge benzina per dargli fuoco e far si che le fiamme si espandano lungo tutto il perimetro, ma in modo controllato” spiega Julio.

La politica nefasta di Bolsonaro ha fatto sì che questi incendi vengano prodotti con conseguenze positive solo per i proprietari terrieri che diventano ancora più ricchi di quanto già lo siano” – dice Miguel amareggiato- “Causano grandi perdite economiche per gli abitanti di quelle zone e di quei paesi. Bisogna salvaguardare la biodiversità di quei terreni, bisogna pensare alle tribù amazzoniche, alle popolazioni indigene che vivono in quei luoghi, lungo i corsi dei fiumi. Io ci parlo spesso con gli indigeni e percepisco la loro angoscia: la società non li comprende e ne bada alla loro salvaguardia. Vivono in natura: terra uguale vita, è tutto per loro. In fondo non ci chiedono che questo… Non lasciateci bruciare vivi”

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