giovedì, Novembre 21, 2024
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Never mind the bollocks

Fabrizio Cicchitto, capogruppo PdL alla Camera: “L’iniziativa di mettere il numero identificativo sui caschi delle forze dell’ordine è pericolosa e foriera di intimidazioni e forse anche di vendette. Che ci pensi bene il ministro Cancellieri prima di farla”.

Maurizio Gasparri, presidente gruppo PdL al Senato: “L’ipotesi di mettere su ogni casco un numero identificativo dell’agente potrebbe essere un errore. Le ripercussioni, anche, in termini di intimidazioni successive, non vanno escluse. Ci auguriamo che su questa iniziativa si faccia un’attenta riflessione”.

Nel Regno Unito, tanto osannato come modello di civiltà e di fermezza nell’applicazione della legge, il numero identificativo (chiamato “collar number” sebbene mostrato in “spallette”) è obbligatorio “per tutti al di sotto del grado di Ispettore ad ogni momento”:

“All Metropolitan Police officers in uniform below the rank of Inspector are required to have their collar numbers on display at all times.”
http://en.wikipedia.org/wiki/Collar_number

Addirittura alcuni dipartimenti (per esempio Greater Manchester Police) hanno introdotto l’uso del nome accanto al numero identificativo, ritenendo risibili le preoccupazioni di intimidazioni e vendette.

Sarebbe auspicabile che oltre al “dressing code” (vedi: LODEN) e alla terminologia “trendy” (vedi: CHOOSY), una volta tanto la classe dirigente italiana s’impegni a scimmiottare dal “british-style” anche qualcosa di socialmente utile.

 

Operazione trasparenza – Diritti umani e polizia in Italia, l’appello di Amnesty International per la prevenzione e la punizione degli abusi

 

Petizione Numeri identificativi per la polizia in antisommossa

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