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Neofascismo, militante centro sociale in coma a Cremona. 24 gennaio manifestazione nazionale antifascista

I militanti e le militanti del CSA Dordoni di Cremona accusano Casa Pound di un’aggressione dopo la quale si trova in coma Emilio, un attivista del centro sociale. Sabato 24 a Cremona corteo in città con adesioni che stanno giungendo da tutta Italia.

 

E’ stato colpito un compagno. Accoltellato un militante di un centro sociale di Cremona. Sono stati i fascisti. Velocissimo domenica 18 gennaio il tam tam si è diffuso sui social network con messaggi di questo tenore. Emilio, un militante del Centro Sociale Dordoni di Cremona è finito in coma dopo gli scontri con militanti di Casa Pound.

 

Il comunicato del CSA Dordoni accusa di “premeditato e scientificamente organizzato” i “fascisti di CasaPound cremonesi, in combutta con altri militanti di estrema destra provenienti da fuori città” sottolineando che “I fascisti si sono accaniti sopra ad Emilio fino a quando è stato portato in sicurezza all’interno del centro sociale; è stata, tuttavia, immediatamente chiara la gravità del suo stato di salute” e accusando le forze dell’ordine intervenute di aver permesso agli esponenti di CPI di “andarsene indisturbati” e di aver “caricato il presidio di antifascist*” giunti sul posto (i “fascisti del terzo millennio” alla stampa hanno fornito una versione dei fatti diametralmente opposta affermando di essere stati loro aggrediti davanti lo stadio e di avere un loro esponente “portato in ospedale con ferite alla testa”).

 

La notizia si è diffusa rapidamente ed è subito partita la mobilitazione. L’hashtag #EmilioResisti è stato condiviso viralmente su facebook e twitter per esprimere vicinanza e solidarietà al compagno in ospedale. Ma sono bastate pochissime ore perché la mobilitazione montasse. Lunedì 19 tantissimi sono stati i presidi antifascisti in tutta Italia. Torino, Brescia, Bologna, Modena, Pisa, Roma, Bergamo, Cosenza, Livorno, Mantova, Viareggio – riporta Infoaut (http://www.infoaut.org/index.php/blog/prima-pagina/item/13723-#emilioresisti-un-19-gennaio-antifa-in-tutta-italia ) – si sono mobilitate. A Cremona il CSA Dordoni “è stato promotore di un primo momento di agitazione cittadina, con un presidio cittadino trasformatosi in corteo dove più di 300 persone che ha saputo comunicare la rabbia per quanto successo, iniziando a smontare le teorie vergognose che narrano l’accaduto come di uno “scontro tra ultras” o tra “teste calde” e andando a chiedere conto all’amministrazione cittadina, mai critica nei confronti della presenza fascista in città, delle sue responsabilità in quanto accaduto”. La mobilitazione antifascista culminerà sabato 24 in un corteo che si snoderà per le vie di Cremona, un corteo “determinato, autodifeso e militante” con la parola d’ordine “chiudere subito tutte le sedi fasciste”, una richiesta che varie volte è già stata espressa dopo fatti analoghi. Quasi due anni fa l’Associazione Antimafie Rita Atria (http://www.ritaatria.it/ArchivioNews/tabid/159/EntryId/440/Comunicato-Stampa-NOI-siamo-ANTIFASCISTI.aspx ) affermò che “Una sincera e democratica lotta alle mafie e agli orrori di Stato non può esimersi dalla denuncia e dalla mobilitazione contro i neofascismi, che nella Storia repubblicana italiana (non dimentichiamolo mai!) sono stati anche manovalanza, alleati e saldatura tra organizzazioni criminali e pezzi eversivi dello Stato” sottolineando che “i partiti e i movimenti neofascisti in Italia impegnati in un attivismo sfrenato e, apparentemente, inarrestabile”. Dopo aver riportato alcuni episodi (tra cui l’inchiesta napoletana che aveva meno di un mese prima portato all’arresto di vari esponenti neofascisti. La stampa nazionale riportò alcune conversazioni attribuite ai neofascisti arrestati da intercettazioni tra cui “Servono coltelli e bombe” “Da me in facoltà ci sta una che non la tocca nessuno, non la guarda nessuno perché non so di quale tribù fa parte. Tribù ebraica. Se tu vedi, questa passa e tu vedi tutti gli israeliani, pure i palestinesi, cioè i palestinesi… Gli arabi che la salutano con rispetto proprio… La cosa infatti mi sta facendo stizzire troppo. Infatti io a questa la devo vattere. O la picchio o me la chiavo e gli faccio uscire il sangue dal culo. Però davanti a tutta la facoltà” “Vogliamo appicciare il negozio?”, riferendosi ad un orafo ebreo) l’Associazione ha invitato ogni organizzazione “autenticamente e genuinamente” democratica a “ mobilitarsi e impegnarsi contro questa montante orda nera” ricordando che nel 2013 ricorreva “il decimo anniversario dell’assassinio di Davide Dax Cesare, militante sociale e politico di Rozzano(vicino Milano) accoltellato dai fascisti il 16 marzo 2003 all’uscita di un pub. Il sangue di Dax è ancora vivo, è una ferita che sanguina ancora. Come il sangue di Renato Biagetti, assassinato a Ficene(Fiumicino) dopo un concerto reggae. E di tanti altri, aggrediti negli anni da appartenenti a varie formazione fasciste”, aggiungendo che “non è concepibile che nell’Italia del 2013, nella Repubblica nata dalla Resistenza Partigiana e che ha sancito il suo antifascismo nella sua stessa Costituzione possano proliferare e crescere formazioni nostalgiche della ventennale dittatura fascista” concludendo con l’appello “Davanti al neofascismo non è possibile indietreggiare, non sono consentite “agibilità democratiche” o tergiversare, rimanere tiepidi, non impegnarsi. Respingiamo con forza la nostalgia del ventennio, l’intolleranza, l’odio, la violenza, l’omofobia e transfobia, il razzismo dei neofascisti. Non permettiamo loro di seminare e crescere nelle nostre città”.

 

Tantissime le espressioni di solidarietà ad Emilio e di adesione alla mobilitazione antifascista di questi giorni. Il Centro Politico 1921 di Livorno ha annullato il corteo in città per l’anniversario della fondazione del PCI per aderire al corteo di Cremona (http://www.senzasoste.it/interventi/dal-goldoni-al-dordoni–sabato-24-annullato-il-corteo-a-livorno-gli-antifascisti-andranno-a-cremona ). Scrivono le attiviste e gli attivisti del CP1921 “Quello che è successo domenica 18 al Centro Sociale Dordoni di Cremona, e cioè un vile agguato da parte di sessanta fascisti di Casa Pound contro alcuni compagni che erano presenti nella loro struttura, è una cosa inaccettabile. I fascisti si sono accaniti tra gli altri, contro Emilio, un compagno storico di Cremona colpendolo ripetutamente con delle spranghe fino a spaccargli la testa, anche se ormai svenuto. Solo la determinazione degli altri pochi militanti presenti, è riuscita a salvarlo” invitando ad aderire al corteo antifascista di Cremona, affermando di essere “sicuri che chiunque si definisca comunista, comprenderà la nostra decisone di essere presenti a Cremona sabato, annullando le iniziative a Livorno. Essere comunisti è innanzi tutto essere antifascisti militanti, e porteremo con noi le nostre bandiere rosse che saranno sempre presenti nell’opposizione ai vili fascisti”.

 

Sinistra Anticapitalista ha espresso “la più piena e totale solidarietà ai compagni aggrediti” affermando che “Oggi, come nel 1920, i metodi dei fascisti restano gli stessi: l’aggressione violenta contro il movimento operaio e le organizzazioni di sinistra, per terrorizzare chi si oppone al sistema di oppressione e di sfruttamento incarnato dal capitalismo. Rispetto ad allora, l’unica “novità” consiste nel tentativo di istigare l’odio xenofobo contro gli immigrati, la parte più debole ed indifesa del proletariato, cavalcando demagogicamente il disagio della parte più povera della popolazione “italiana” autoctona. La risposta della parte più cosciente del proletariato italiano, riassunta nello slogan “Se ci sono molti disoccupati la colpa è dei padroni, e non degli immigrati” deve diventare coscienza di massa, senso comune. Ma bisogna anche rispondere alla violenza fascista e razzista con l’organizzazione, con l’autodifesa antifascista militante, sapendo che nessun aiuto (al di là di qualche lodevole eccezione) nella difesa degli spazi democratici di agibilità politica potrà venire dalle istituzioni di uno stato che, al di là delle dichiarazioni ufficiali, resta il principale responsabile delle politiche razziste (la famigerata legge Bossi-Fini in primis) e d’austerità a senso unico, causa scatenante del disagio sociale a cui si risponde a colpi di manganello”. Tenore simile da parte del Portavoce nazionale della Rete della Conoscenza Riccardo Laterza che attacca “assistiamo ad un ennesimo vergognoso attacco di stampo fascista ai danni di attivisti quotidianamente impegnati sul territorio per un necessario cambiamento in nome di chi subisce gli effetti della crisi. Passano i decenni, ma la natura degli attacchi fascisti resta la stessa: brutale squadrismo atto ad intimidire le esperienze politiche e sociali che stanno dalla parte degli oppressi“.

 

Sintetizza perfettamente la mobilitazione antifascista Infoaut (http://www.infoaut.org/index.php/blog/antifascismoanuove-destre/item/13725-#emilioresisti-pullman-da-tutta-italia-verso-cremona ) scrivendo “La solidarietà è un’arma e in casi come questi è necessario raggiungere Cremona per partecipare ad una giornata di lotta davvero importante come quella di sabato, per dare una risposta forte alla provocazione fascista e rispondere in maniera determinata che per certe opzioni non ci deve essere alcun centimetro di spazio disponibile”.

alessio

Militante comunista libertario e attivista eco-pacifista, referente abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria, dell'Associazione Culturale Peppino Impastato e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora tra gli altri con Telejato.it, Popoff Quotidiano e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e rotta adriatica del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di marcare la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.

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