giovedì, Novembre 21, 2024
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Nel feudo degli amici di Cosentino

Contestazione anti-Zinzi: un tutore dell’ordine in borghese voleva manganellare giovani inermi – ma i suoi colleghi non gli hanno dato retta

Pignataro Maggiore (Caserta). Tra gli appartenenti alle forze dell’ordine in servizio durante la visita di Giampiero Zinzi a Pignataro Maggiore, il 14 feb­braio, c’era qualcuno che aveva tanta voglia di menare le mani, anzi di asse­stare manganellate sulla testa dei giova­ni che avevano aderito all’invito del centro sociale “Tempo rosso” per conte­stare la famiglia dell’Udc che vorrebbe imporre ai cittadini di Capua e della zona un disastroso eco-mostro noto con il nome di “gassificatore”. 

Il miracolato Gianpiero Zinzi, candidato alla Camera dei deputati (figlio del presi­dente dell’Amministrazione provinciale, il molto onorevole Domenico Zinzi), era ap­pena arrivato in piazza Umberto I ed era entrato nella sede dell’Udc (nella foto, il comandante della Stazione carabinieri di Pignataro Maggiore, maresciallo Antonio di Siena), accolto da pochi intimi, non tut­ti pignataresi, quando un appartenente alle forze dell’ordine, in borghese ma con un manganello sotto il giubbino, ha tentato di convincere i suoi colleghi a sferrare, tanto per cominciare, quella che ha definito una “carica di alleggerimento”.

Quella assurda “carica di alleggerimen­to” sarebbe stata una violenza immotivata e inutile, capace di scatenare pesanti con­seguenze, tanto più che oggetto della manganellatura sarebbero stati ragazzi e ragazze inermi e in qualche caso giovanis­simi. Talmente assurda quella invocata “carica di alleggerimento” che l’aspirante manganellatore, isolato, ha dovuto desi­stere ben presto perché nessuno dei suoi colleghi gli ha dato retta.

Quando qualcuno tenta di innescare si­tuazioni del genere, inevitabilmente si tor­na con il pensiero al grande affare della centrale termoelettrica di Sparanise, rea­lizzata per volontà del molto onorevole Nicola Cosentino che dettava la linea a tutti, ivi comprese certe articolazioni pre­fettizie, verso le quali poi si rivelerà gene­rosamente riconoscente. E la protesta anti-centrale e anti-Cosentino fu stroncata con denunce a raffica ai danni degli ambienta­listi (tra cui i giovani del centro sociale “Tempo rosso”) e “cariche di alleggeri­mento”.

A nostro avviso, si è impiegato troppo tempo nelle indagini della magistratura sulla centrale termoelettrica di Sparanise (si attende finalmente la grande retata).

Ora, però, si può guadagnare il tempo perduto, accendendo i riflettori, oltre che sulla centrale di Sparanise, contempora­neamente sul dissennato progetto del gas­sificatore di Capua voluto anche – e con lo zampino di “Nick ‘o Mericano”? – da un pupillo del molto onorevole Cosentino, il sindaco capuano Carmine Antropoli.

E pare voler tornare in campo, come si è vi­sto, pure qualche paladino delle “cari­che di alleggerimento” contro persone inermi.

Bisogna sempre fare molta attenzione quando c’è di mezzo il molto onorevole Nicola Cosentino, stavolta con il suo se­guace Carmine Antropoli, profeta del gas­sificatore (in tandem con la famiglia Zin­zi: il figlio Gianpiero e il padre “don” Mimì).

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